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A Parabiago, al centro ottico Rossini & Licciulli , che si trova al numero civico 44 della statale del Sempione,
L’operazione ha smantellato un vero e proprio sistema criminale dedicato all’adescamento di minorenni, mirante sia alla produzione di materiale pedopornografico che a costringere o convincere i minori a commettere atti sessuali con gli adulti coinvolti. Grazie a un’intensa e complessa attività di polizia giudiziaria durata quasi un anno, le autorità hanno concluso un’indagine che ha portato all’applicazione della custodia cautelare in carcere per due giovani uomini, uno italiano e uno di origini ecuadoriane, rispettivamente residenti in provincia di Cremona e Monza Brianza.
L’indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano ed è partita da una denuncia presentata ai carabinieri di Peschiera Borromeo da una coppia di genitori preoccupati per i cambiamenti nei comportamenti del proprio figlio adolescente a gennaio 2023. I militari, sospettando che il ragazzo potesse essere stato vittima di un adescamento online, hanno immediatamente informato le autorità giudiziarie di Milano.
Nonostante gli adescatori avessero adottato precauzioni tecniche per nascondersi online, le indagini, condotte in collaborazione tra il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Milano e i Carabinieri, hanno consentito di arrestare inizialmente un 27enne ecuadoregno, e successivamente un 39italiano.
L’equadoregno era un rider che, per diverso tempo, prima dell’inizio delle indagini, aveva fatto l’animatore presso un oratorio monzese. Aveva anche dei precedenti penali specifici, cioè per lo stesso motivo. I carabinieri sono riusciti a risalire a lui tramite il profilo social e quando si son presentati a casa sua, lo hanno arrestato in flagranza di reato per il possesso di una enorme mole di materiale pedopornografico.
Il 39 enne era impiegato presso una ditta di autotrasporti milanese. Non aveva precedenti ma anche lui era in possesso di una grande quantità di materiale pedopornografico. Entrambi in parte se lo scambiavano e e in parte cedevano a terzi.
L’indagine ha inoltre rivelato l’esistenza di una rete di abusi su numerosi minorenni, tra gli otto e i diciassette anni. Gli arrestati avevano ingannato i minorenni facendo loro credere di comunicare con coetanei, spingendoli a inviare materiale pornografico autoprodotto.
Il livello di sofisticazione delle tattiche adottate è stato tale che gli arrestati sono riusciti persino ad incontrare tre delle giovani vittime nel mondo reale, approfittando della loro ingenuità e guadagnando la loro fiducia per consumare rapporti sessuali. Al termine delle indagini, sono state identificate dieci vittime tra le province di Monza Brianza, Milano e Treviso. Per il.momento vi sono le prove solo di tre casi di abusi sessuali, ma si teme che le vittime siano molte, ma molte di più. Altra particolarità è la loro preferenza per i ragazzi. In questa terribile storia non risultano coinvolte bambine o ragazze.
Il materiale sequestrato è davvero tanto. Si parla di 12.500 video che andranno tutti esaminati e che, presumibilmente daranno vita ad altrettante indagini per individuare le vittime, i colpevoli e le circostanze. I due arrestati e la rete di cui facevano parte per scambiarsi i video usavano canali telegram mentre le vittime erano adescate tramite le chat di Istagram.
Articolo aggiornato il 08/11/2023 15:40