Sul divano per voi: recensioniIl mensile di Roberto ColomboMagazineSfogliato in bliblioteca

Kenshiro: l’eroe manga che sbarcò in televisione per portare giustizia

Chi mai spezzerà le nostre catene? Chi da quest’incubo nero ci risveglierà? Chi mai potrà? Sono domande che attanagliarono per molte settimane i pomeriggi televisivi dei ragazzi degli anni ’90, che in varie televisioni locali non perdevano un appuntamento con uno dei cartoni animati più visti e noti di tutti i tempi: Kenshiro, il guerriero.

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Il lungo viaggio di Kenshiro

All’inizio la storia è semplice: un uomo vaga solitario e apparentemente senza meta, durante il suo tragitto vede delle ingiustizie e ogni volte le sistema nella maniera più soddisfacente per lo spettatore: quello che il cattivo impartisce alla sua vittima, Ken lo restituisce al malfattore prima di farlo letteralmente esplodere grazie alla sacra arte di Hokuto, di cui è maestro, la quale insegna appunto a far scoppiare il corpo dell’avversario premendone punti particolari (gli tsubo). Durante il viaggio incontra due amici che decidono di seguirlo: sono Lynn, innamorata di lui, e Burt, innamorato di Lynn.

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La trama si arricchisce mano a mano che l’eroe passa di villaggio in villaggio perchè ogni volta incontra qualche personaggio da cui viene a sapere notizie che non può ignorare: l’amata Julia prigioniera di Shin, maestro della rivale scuola di Nanto, la condotta malvagia del fratellastro Jagger, la cattura dell’altro fratellastro Toki e lo scontro finale con il terzo fratellastro, Raoul, che si era auto proclamato Re di Hokuto per sfidare il cielo.

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Tre serie per una sola storia

Il cartone animato è ispirato al fumetto giapponese, che lì si chiamano “manga”, ed è sostanzialmente diviso in tre parti. Dopo l’incontro con i tre fratellastri c’è un reset nel senso che nel mondo viene ristabilita la pace ma dura poco perchè qualche anno dopo una nuova dittatura necessita il ritrovato impegno del maestro di Hokuto; infine Ken raggiunge il nipote Ryu, figlio di Raoul, per insegnargli la giustizia e mostrargli le migliori tecniche di combattimento.

Un manga dalle tante vite

Il manga, Hokuto No Ken, è opera di Buronson e Tetsuo Hara e ha avuto diverse edizioni nel corso degli anni; la prima fu quella di Granata Press nei primi anni ’90, forse il primo editore a importare i fumetti giapponesi partendo da quelli dedicati ai personaggi televisivi, e successivamente i 28 volumetti in fedele riproduzione dell’originale a cura della bolognese Star Comics tra il 1997 e il 1999; infine una ristampa di Panini Comics che recentemente ha reso l’intera opera nuovamente disponibile nel proprio catalogo.

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Roberto Colombo

Roberto Colombo

Opinionista.

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