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Alberto da Giussano. Quello che non avrei mai voluto scrivere

Questa mattina è arrivata in redazione la notizia che il questore di Milano ha sospeso la licenza, per 10 giorni, al bar Alberto da Giussano in via Venegoni a Legnano. Per un attimo, solo un attimo, ho pensato che i poliziotti del commissariato di Legnano avessero trovato all’interno almeno la metà di avventori con precedenti penali, pregiudicati e condannati per motivi politici legati al secessionismo lombardo, e il mio cuore ha avuto un piccolo sobbalzo. Non era peró così. Il comunicato parla infatti di un bar frequentato da spacciatori e trafficanti di droga marocchini. Il mio cuore si è sentito cosí deluso, triste e anche abbastanza offeso.

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­­­­­Ieri, gli agenti del Commissariato Legnano hanno notificato il provvedimento di sospensione perchè a seguito di numerosi controlli effettuati dai poliziotti tra aprile e maggio, il locale è risultato essere frequentato da numerosi avventori con precedenti penali e di polizia, dediti anche al consumo e spaccio di stupefacenti

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A maggio gli agenti del Commissariato, con l’ausilio di un’unità cinofila, hanno effettuato l’ennesimo controllo all’interno del cortile del bar e hanno riscontrato la presenza di 7 avventori, tutti irregolari sul territorio nazionale con precedenti in materia di immigrazione. Inoltre, all’interno del bagno esterno, è stata rinvenuta una mannaia sporca di sostanza stupefacente e 15 grammi circa di hashish.

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Uno stupro di simboli

Un tempo, nemmeno troppo lontano, ero una di quei giornalisti che scrivevano di secessionismo dallo stato italiano, di libertà dei popoli e di federalismo firmando gli articoli con lo pseudonimo Alberto Giussani, via Lega Lombarda, Legnano. Casualmente, proprio casualmente, in via Lega Lombarda a Legnano, in quei tempi, c’era anche la sede cittadina della Lega Nord.

I tempi sono passati e ogni cosa successa tra il 1994 e il 2001 sembra cancellata, quasi come se non fosse mai esistita. Come se fosse sparita dalla storia. Peró il simbolo della lotta della libertà rappresentato dalla battaglia di Legnano, dai cavalieri della morte e dal condottieri Alberto da Giussano sono ancora vivi a Legnano e nel cuore delle persone e vedere sporcare dalla droga e dai suoi venditori un simbolo cosí intimamente milanese dà un gran fastidio. Oltre alla chiusura forzata per 10 giorni viene voglia di proporre l’imposizione del cambio del nome del bar. Che lo chiamino bar Marocco, o bar Hashish, ma non certo bar Alberto da Giussano.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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