Forlanini. Armato fino ai denti tenta il suicidio. Pericolo sfiorato
Sabato sera, verso le 19:00, due volanti dell’ufficio prevenzione e Soccorso pubblico sono state inviate in via Alfonso Cossa, zona Forlanini, in un condominio, dopo una chiamata al numero unico di emergenza 112. Un passante ha detto che c’era una donna di circa 80 anni che urlava disperatamente in strada perché suo figlio, un uomo italiano di 60 anni, che si trovava all’interno della sua abitazione, minacciava il suicidio armato di coltello.
Quando le volanti sono arrivate sul posto, i passanti hanno avvisato i poliziotti che erano stati esplosi anche dei colpi di arma da fuoco. Quando sono arrivati sul pianerottolo, i poliziotti hanno visto un uomo che si puntava la testa due pistole, una di grosso calibro. Alla vista degli agenti l’uomo è corso in casa e si è chiuso dentro.
La centrale operativa era in costante contatto radio che, visto l’ aggravarsi della situazione ha inviato sul posto altre volanti oltre all’unità operativa di pronto intervento del reparto prevenzione crimine della Lombardia, l’UOPI.
I tiratori scelti del uopi si sono posizionati per fornire una protezione balistica al poliziotto negoziatore che era riuscito a creare un contatto con il candidato suicida. L’uomo era in preda ad un delirio e pronunciava frasi sconnesse. Diceva di non credere che gli agenti fossero della polizia.
In questi casi basta un passo falso per provocare la tragedia. Può anche capitare che dagli intenti suicidi si passa a quelli omicidi, ed è alto anche il rischio che una persona in quelle condizioni possa sparare sulla folla. Il dialogo tra il 60enne e il poliziotto è durato circa 30 minuti. Poi l’uomo ha accettato di posare le due pistole su un tavolino dietro la porta d’ingresso punto e si è fidato abbastanza del poliziotto da accettare di parlare per tentare di trovare una soluzione ai suoi problemi.
Cosí il poliziotto e il sessantenne si sono trovati uno di fronte all’altro, a parlare. Poi, approfittando di un momento di distrazione, i poliziotti delle volanti e dell’UOPI sono intervenuti e lo hanno bloccato. Poi il sessantenne è stato soccorso da i sanitari di una delle ambulanze presenti e trasportato, con le pratiche del trattamento sanitario obbligatorio al pronto soccorso del reparto di psichiatria dell’ospedale policlinico, in codice giallo.
La dimensione di quello che questa squadra di poliziotti ha rischiato a Milano sabato sera lo si ha dalla quantità di armi, tutte detenute legalmente, ritrovate nell’appartamento.
2 fucili a pompa, 3 carabine di cui una ad aria compressa, 8 revolver, 5 pistole di cui una ad aria compressa, 1 fucile semi automatico, 1 fucile sovrapposto, 1 pistola a salve, 2 archi, 1 nunchaku, 1 fucile Airsoftgun, 1 pugnale, 1 coltello subacqueo, circa 400 cartucce di vario calibro, 18 caricatori e 1,650 kg di polvere da sparo per il quale è stato richiesto l’intervento del nucleo artificieri della Questura di Milano.
Se con la negoziazione, le cose fossero andate male, il sessantenne andato fuori di testa avrebbe potuto compiere una strage e resistere per parecchio tempo sparando. A seguito del rinvenimento di un bossolo esploso, il 60 enne è stato anche indagato per esplosioni pericolose.
Considerando che avere il porto d’armi è comunque piuttosto difficile si può immaginare che l’uomo avesse o una passione per la caccia o una per le collezioni d’armi. Di fatto però il rischio corso da Milano è molto più alto di quello che può rendere il semplice racconto di questo fatto.
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