Stazione Centrale. A processo il marocchino del raid di marzo
Il protagonista di una delle storie più terribili accadute in stazione Centrale negli ultimi mesi. sarà processato. La perizia psichiatrica cui è stato sottoposto lo ha dichiarato capace di intendere e volere. Lo scorso 6 marzo rapinò e ferì a coltellate 6 persone a caso, e fu poi arrestato dalla polizia. La difesa ha chiest per lui il rito abbreviato, che prevede uno sconto di pena.
il 23enne marocchino viveva sotto il ponte Mortirolo, dove ha aggredito la sua prima vittima. Ha confessato di aver agito sotto l’effetto di alcool e di aver preso 5 pastiglie di Rivotril, un farmaco a base di benzodiazepine. Secondo la sua versione aveva iniziato ad usare droghe dopo il suo arrivo in Italia. Dice anche di aver una amnesia rispetto alle aggressioni e ai ferimenti e di non ricordare nulla.
Nel 23enne è stato rilevato un lieve ritardo cognitivo. Si tratta di un modo scientifico e politicamente corretto per dire che non è molto furbo, che pensa davvero di cavarsela con poco e che non recepisce, pur essendo sano di mente, la gravità di quanto ha fatto. Non è un fatto raro in questa tipologia di persone.
Anche l’amnesia è un metodo molto utilizzato dai rapinatori nordafricani che evitano in questo modo di essere considerati poco collaborativi e nel contempo di dare ai giudici, per sbaglio, informazioni di cui non erano a conoscenza. Non sempre funziona, perchè la città è sparsa di telecamere e spesso si dimostra che l’aggressore era pienamente consapevole di quello che faceva.
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