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Le indagini sull’omicidio di Giulia Tramontano e del suo bambino non ancora nato sono arrivati ad uno step per cui noi giornalisti potremmo avere meno notizie sicure da raccontare. Fino a venerdí mattina, alle 8 circa, quando all’istituto di medicina legale di Milano inizierà l’autopsia sul corpo di Giulia, e con l’esame del terreno su cui è stata trovata, sarà difficile avere altri particolari.
Sono infatti finiti gli interrogatori di garanzia e gli esami irripetibili si sono conclusi ieri, e hanno lasciato una serie di domande cui i carabinieri, titolari delle indagini, tenteranno di dare risposta.
Sulla mensola della cucina, sopra al forno, c’era il famoso porta coltelli, spesso indicato come ceppo. Tutti i coltelli sono stati repertati e sequestrati perchè va trovato il coltello, o i coltelli, compatibili con le ferite inferte. Alessandro Impignatiello avrebbe detto di averla colpita 3 volte con un coltello piccolo, ma potrebbe non essere completamente vero. È un riscontro che si potrà conoscere solo con l’autopsia. Per ora è certo che l’omicidio è avvenuto in casa.
La casa è stata completamente ripulita dopo l’omicidio. Già alla sera del giorno dell’omicidio Impignatiello aveva avuto una videochiamata con l’altra donna e lei non ha visto, tramite lo smartphone, segni di sangue.
Sicuramente Impignatiello ha ripulito con attenzione tutte le tracce di sangue, che doveva comunque essere stato molto, ma in un corpo che muore non c’è solo il sangue. Il luminol mette in evidenza tutte le tracce biologiche, che nell’appartamento erano molte, anche se ben poche sulle pareti. La vasca da bagno ha un alone, una macchia, visibile ad occhio nudo, ma non è solo quella che testimonia della permanenza del corpo di Giulia al suo interno. Secondo Impigniatiello quella macchia nelal vasca c’era già. I Ris, presenti ieri mattina nell’appartamento di Via Novella si stanno occupando degli esami sui tamponi.
Quando i carabinieri hanno trovato il corpo di Giulia, abbandonato in quell’anfratto sporco dietro ai box, in cui era da almeno due giorni, nessuno ha avuto il cuore di ispezionarlo. Ci sono state anche delle ragioni di tipo tecnico, per non toccarlo. Si è preferito rimandare ogni valutazione all’esame necroscopico effettuato dagli esperti, per non rischiare di inquinare le prove.
Peró, sui visi dei carabinieri che lo hanno visto si leggeva il dolore e la disperazione, comunicata attraverso il pudore che hanno riservato ai particolari che, in ogni caso, chiunque si occupi di cronaca nera conosce fin troppo bene. Ci sono cose che si sanno, si indovinano, ma che nessuno vuole dire, o scrivere. Questo perchè la morte è brutta, ma la morte di un bambino e della sua mamma ferisce il cuore, l’anima e anche il cervello di qualunque essere vivente, a parte Alessandro Impignatiello, che non ha avuto quel momento di pietà che avrebbe potuto impedirgli di fare quello che ha fatto.
Nessuno, nemmeno i magistrati, vogliono rischiare di fare errori, in questa storia. Sono quindi molto prudenti nel definire le accuse nei confronti di Impignatiello. Non gli hanno contestato la premeditazione del delitto perchè le tempistiche dei suoi movimenti sono talmente ravvicinate al momento della morte di Giulia che non si riesce a definire con precisione se sono stati compiuti prima o dopo il delitto.
Ha sicuramente cercato su internet i metodi per pulire i sangue, ma la ricerca ha un significato se eseguita prima del delitto e un altro se eseguita dopo. Le indagini sono volte anche a stabilire tutte le circostanze che provino una o l’altra condizione. L’aggravante della crudeltà potrà essere inserita fra le accuse solo dopo l’autopsia, quando sarà chiaro cosa ha fatto.
Ognuno di noi si è chiesto come possa aver trasportato da solo il corpo di Giulia dall’appartamento al box, poi dal box alla cantina e infine ancora dalla cantina al box, caricarla sull’auto e poi trasportarla fino al luogo dove è stata abbandonata. Come scrivevamo prima la morte non è né bella nè pulita e tantomeno leggera. I carabinieri sono stati chiari: ” Al momento non ci sono evidenze nè che abbia fatto tutto da solo nè che ci siano complici.” Sarà la ricostruzione di quanto accaduto dal 27maggio fino al ritrovamento del cadavere a far comprendere se è stato aiutato. Ha descritto gli avvenimenti. Quello che ha detto andrà peró verificato e la raccolta delle testimonianze sarà un lungo lavoro.
Impignatello ha detto di aver buttato tutto in un tombino e in quel tombino della Comasina c’erano i documenti di Giulia. C’erano anche altri documenti e un taglierino che peró non avevano nulla anche fare con il delitto. Tra i fanghi di un tombino di scolo dell’acqua piovana c’è sempre un po’ di tutto. Non c’era il telefono di Giulia. Ai vigili del fuoco è stata chiesta una relazione sul quel tratto di sottostrada che possa indicare dove l’acqua dei recenti temporali potrebbe averlo trascinato.
Articolo aggiornato il 28/08/2023 15:44