ChatGpt e il giornalismo. Credono davvero di riuscire a nascondere la polvere sotto il tappeto?
C’è chi sostiene che è possibile sostituire i giornalisti con la ChatGPT. Il giornalismo serio è scomodo e temuto dai potenti, e da tutti quelli che vorrebbero fare i loro comodi. E’ una realtà inconfutabile. Ma non sarà scrivendo i testi con ChatGpt che si potrà tenerlo sotto controllo. Infatti la chat non è in grado di fare quello che normalmente fa un giornalista serio.
Cioè cercare le notizie, trovarle valutarle integrarle e dare una visione delle verità il più completa e oggettiva possibile. Quello del giornalista è un lavoro prettamente umano e insostituibile. Ed è un lavoro completamente diverso da quello del comunicatore, che invece tende a nascondere i difetti per raccontare solo la sua verità, nel modo più bello possibile.
Per molta gente il giornalista è una persona che scrive bene e a lungo, che commenta con autorità e che se la tira molto. Invece, in genere, il giornalista è un’ombra silenziosa che osserva, cerca le notizie, le controlla e le verifica, le collega e scrive l’essenziale senza tralasciare nessun aspetto, soprattutto i più fastidiosi. Il suoi nemici sono gli aggettivi, chi mente, chi nasconde le informazioni pubbliche e chi fa leggi per imbavagliare la stampa, e anche chi crede di poterli sostituire con ChatGpt e l’intelligenza artificiale
O chi cerca di imbavagliare i cittadini che si rivolgono ai giornalisti, raccontando le ingiustizie di cui sono stati vittime. La ChatGpT non potrà mai ascoltare e difendere la democrazia reale, quella delle persone vere, non potrà dar voce alle ingiustizie e alle vittime. Forse è per questo c’è chi la trova tanto simpatica. E queste sono le persone di cui bisogna avere paura.
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