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Ieri pomeriggio un residente della zona di piazza Sant’Eustorgio, a Milano, ha scoperto sui muri di recinzione del Parco delle basiliche alcuni graffiti che contengono delle minacce di stampo comunista con tanto di falce e martello e inneggiano alla strage di via Acca Larenzia, a Roma, avvenuta nel 1978. La frase, ovviamente scritta in rosso, dice: “contro i fascisti sempre più violenza. 10 100 1000 Acca Laurentia” ed è seguita, come firma, dal simbolo della falce e martello mutuata dalla vecchia CCCP, l’Unione Sovietica.
Sembra quasi che ci sia davvero chi vuol far tornare, nella confusione politica attuale, le tensioni fra comunisti e fascisti che esistevano da quasi 100 anni fa fino agli anni 80. Una persona dalle idee così confuse da riempire di errori persino le due righe del messaggio terroristico, scritto con il pennarello, ma che si sente così intelligente da scrivere Larenzia come lo scriverebbe uno studente di latino al primo anno (Laurentia).
La strage di via Acca Larenzia a Roma è una delle più controverse e terribili di quegli anni. Fu rivendicata dai Nuclei armati per contropotere territoriale. Il 7 gennaio 1978, alcuni ragazzini stavano uscendo dalla sede dell’MSI al quartiere Tuscolano di Roma e finirono in un agguato. Gli aggressori sparavano colpi di mitraglietta e uccisero due ragazzi, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, un altro fu ferito. Un terzo giovane appartenente al circolo dell’MSI, Stefano Recchioni, fu ucciso durante i disordini avvenuti poche ore dopo la strage. I colpevoli non furono mai trovati.
Poi c’è il mistero della mitraglietta Cz 61 Skorpion calibro 7.65, ritrovata a Milano il 15 giugno 1988, nel covo delle Brigate rosse in via Dogali. Le perizie balistiche effettuate danno per certo che è l’arma usata per compiere la strage di via Acca Laurezia, ma anche per uccidere l’economista Ezio Tarantelli nel marzo del 1985, il sindaco di Firenze Lando Conti nel 1986, e il senatore della democrazia Cristiana Roberto Ruffilli nel 1988. Non si è mai capito chi fosse il possessore della mitraglietta.
I colpevoli di quella strage rimasti liberi, e il loro amici, oggi dovrebbero avere intorno ai 60 anni. E’ difficile immaginarli a scrivere sui muri, ma è più facile immaginarli a raccontare la loro versione della storia ai giovani che frequentano i centri sociali di Milano.
Il ritrovamento della scritta ha un risalto politico e Francesco Rocca, consigliere comunale a Milano e appartenente al gruppo di Fratelli d’Italia, ne ha chiesto conto al sindaco di Milano, chiedendo l’immediata cancellazione della scritta “Il Comune deve rimuovere immediatamente le vergognose scritte apparse sui muri della città che esaltano la strage studiata e rivendicata dai Nuclei Armati di Contropotere territoriale avvenuta in via Acca Larenzia a Roma nel ’78 durante la quale vennero ammazzati tre giovani militanti del Fronte della Gioventù.
È gravissimo che nel 2023 a Milano vengano utilizzati ancora slogan carichi di odio e di violenza con i quali vengono ricordate, in maniera nostalgica, le stragi compiute dai terroristi rossi negli anni di piombo. Ancora più grave che ciò accada, impunemente, in pieno centro, come in questo caso nei pressi del Parco delle Basiliche, zona d’importanza storica e turistica, fortemente frequentata da anarchici ed estremisti di sinistra. Questo tipo di scritte non sono tollerabili, per questo ho chiesto la pulizia dei muri direttamente al Sindaco Sala”, afferma il Consigliere Comunale di Fratelli d’Italia a Milano in merito agli slogan apparsi sui muri della città nei pressi del Parco delle Basiliche.
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Articolo aggiornato il 18/04/2023 13:34