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A Parabiago, al centro ottico Rossini & Licciulli , che si trova al numero civico 44 della statale del Sempione,
Piazzale Cuoco, Milano. 13 aprile. Un uomo entra nella farmacia armato di taglierino, si avvicina al banco, lo supera minacciando la cassiera e prende direttamente l’incasso dal cassetto. Poi esce fugge velocemente a piedi. Lo stesso copione si ripete il 14 aprile nella farmacia di via Andrea Solari. il modus operandi è lo stesso.
Nel totale il rapinatore si è preso 600 euro in contanti.
La sua libertà, come la possibilità di sopravvivere rapinando farmacie, è però durata poco perché gli agenti della sesta sezione “contrasto a crimini diffuso “della Squadra Mobile di Milano, incaricati delle indagini sulle due rapine, nel guardare le immagini filmati della videosorveglianza delle farmacie, lo hanno riconosciuto. Si trattava di quel 50enne italiano, con precedenti penali simili, che aveva da poco terminato il periodo di sorveglianza speciale determinato dai giudici. Era, insomma, una persona conosciuta dalle forze dell’ordine.
È stato il pomeriggio di ieri i poliziotti appartenenti al reparto Falchi della Squadra Mobile lo hanno rintracciato mentre rientrava nell’albergo in cui alloggiava, in zona Scalo Romana. Il minatore aveva addosso ancora gli stessi abiti indossati durante le due rapine, e nelle tasche dei pantaloni aveva 100 euro. Nella sua camera d’albergo gli Argenti hanno trovato anche il taglierino con il manico di plastica giallo utilizzato durante le rapine, come si vede anche dal video della rapina nella farmacia di via Solari.
Milano è una delle città più videosorvegliate d’Europa. Ci sono telecamere di sorveglianza in quasi ogni angolo. Gli obiettivi sensibili, cioè quegli ambiti che sono sottoposti più facilmente all’interesse dai rapinatori perché è noto che hanno del denaro contante nella cassa, si sono attrezzati quasi tutti con delle telecamere che riprendono il punto di vendita, la cassa, e le possibile vie di fuga di un eventuale rapinatore. Sono telecamere che riprendono in remoto. Cioè il video non rimane sul posto ma è online e in diretta.
Al giorno d’oggi rapinare supermercati, farmacie, banche, uffici postali o tabaccherie con vendita di valori bollati vuol dire farsi riconoscere e prendere nel giro di poche ore. Specialmente se si hanno dei precedenti penali con lo stesso dello stesso tipo di reato. Qualcuno potrebbe pensare di sfuggire mascherandosi, coprendosi il volto e cambiando i vestiti subito dopo il colpo. Però ci sono le telecamere stradali, i varchi, le telecamere ai semafori, le telecamere di sorveglianza privata e persino i passanti che, quando sentono le urla d’aiuto del rapinato estraggono il telefonino ed iniziano a fare un video.
Inoltre i vestiti inquadrati nelle telecamere sono ammessi come prova per l’identificazione di un rapinatore. Si tratta di metodi d’indaginenoti. Non riesco proprio a capire come possa esserci ancora qualcuno che crede di poterla fare franca dopo aver commesso una rapina. Forse la vita onesta è troppo difficile per chi ha passato la vita a fare il delinquente, e trova più confortevole il carcere rispetto alla vita libera, quindi fa di tutto per tornare tra le sbarre.
Articolo aggiornato il 16/04/2023 10:46