Milano città metropolitana

Ritrovato il bottino di un furto compiuto a Milano

Una passeggiata per dimenticare le fatiche della giornata si è trasformata in una piccola avventura, in cui non è mancato il ritrovamento del bottino di un furto e l’intervento dei carabinieri. Ha ispirato delle riflessioni ma si è potuto ammirare il risveglio della natura, sperimentare la bellezza dei campi aperti e assaggiare un pizzico di rischio in un rientro notturno a piedi tra sentieri sconosciuti e senza luci. E meno male che, tra Ossona e Marcallo, non ci sono orsi, lupi e nemmeno cinghiali.

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Passeggiare in campagna è un’avventura e sfido chiunque a sostenere il contrario dopo aver letto la cronaca di quanto successo ieri pomeriggio quando, verso le 18, io e Mara abbiamo deciso di andare a fare due passi sulla ciclabile tra Ossona e Marcallo per sbollire le tossine accumulate durante una giornata difficile. In realtà, arrivate al semaforo di viale Europa di Ossona abbiamo cambiato idea. Invece di andare a Marcallo con Casone passando dalla pista ciclabile ufficiale, abbiamo deciso di percorrere la vecchia strada comunale che sfocia dietro al cimitero di Barco, la bella località del Casone.

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Il bottino del furto

Dopo aver camminato per un tratto sulla pista ciclabile di viale Europa, ed esserci fermate a chiacchierare per un po’ con un vecchio amico e con il suo cane Brando, aver osservato un riccio morto e discusso un po’ delle sorti di Ossona abbiamo continuato a camminare fino all’incrocio con la strada comunale del Barco, attraversato in sicurezza La Strada Provinciale 34 e imboccato la via Leopardi, arrivando nei pressi del cimitero di Barco. Appena superato il cimitero i nostri occhi sono stati attratti da un piccolo cumulo di rifiuti sparsi tra il canale di irrigazione e il bordo del sentiero.

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L’esperienza nella Guardia Nazionale ci ha insegnato a riconoscere al volo un abbandono di rifiuti sospetto. Fra l’erba spiccava l’angolo di una carta di credito piuttosto comune, quindi non è stato difficile capire. Mara poi ha visto uno zaino nel canale che chiariva ulteriormente la situazione. Abbiamo fatto un piccolo controllo, prima di avvertire il 112, chiamando il numero di telefono indicato su uno dei biglietti da visita abbandonati. Chi ha risposto ci ha confermato che gli avevano rubato lo zaino a Milano e che aveva sporto denuncia.

La seconda telefonata è stata al 112, e poi abbiamo aspettato che la radiomobile dei carabinieri ci raggiungesse e prendesse in consegna il bottino ritrovato. Due chiacchere con i carabinieri, la firma del verbale di reperimento, qualche considerazione sul fatto che i borseggiatori rubano a Milano e smaltiscono nei nostri sentieri, e abbiamo ripreso la passeggiata.

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All’imbrunire

Intanto però calava la sera e abbiamo deciso di prendere una scorciatoia invece di tornare verso casa per la pista ciclabile. Una decisione che ci ha permesso di ammirare la bellezza dei campi su dei sentieri che non avevamo mai visto da vicino ma che non ci ha permesso di tornare in paese prima che diventasse buio. Troppo il tempo perso ad osservare fiori e gatti e a seguire le curve dei sentieri che percorrono la campagna. La bellezza della primavera ci ha risollevato il morale e ha curato le nostre ferite.

Così, tenendo sempre il gps acceso e camminando lungo i sentieri segnati su Google maps, siamo arrivate alla località Colombaio, sulla strada provinciale 34, che divide il territorio di Ossona da quello di Marcallo e dove finisce il sentiero segnato. Ormai il buio della notte era sceso completamente ed eravamo indecise su quello che potevamo fare. Abbiamo considerato 2 possibilità: o camminare nei campi e fra i canali lentamente, per evitare di farci male, o chiamare aiuto. Abbiamo scelto di camminare nei campi, da vere eroine moderne ma con la consapevolezza di sembrare due losche ombre che si muovevano nella notte alla periferia del centro abitato.

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Per evitare di farci investire dalle auto che corrono veloci sulla strada provinciale abbiamo attraversato due canali di irrigazione e ci siamo incamminate fra l’erba alta, tra il canale e il guardrail, tenendoci, anche se era buio, al sicuro, fino a che non siamo arrivate all’altezza degli impianti dell’oleodotto, dove il guardrail si apre. Accertandoci che nessuna automobile arrivasse dalle due direzioni, abbiamo attraversato la provinciale per poi seguire un canale ai bordi di un campo arato fino a raggiungere la via Marcora, di fronte al cimitero di Ossona. Da quel momento è stato facile. Alle 21 eravamo a casa. I due passi della nostra passeggiata sono stati circa 6 chilometri a piedi fra i campi, consumati in 3 ore.

Il finale della storia e alcune considerazioni

Aver percorso a piedi 6 chilometri, ed essercela cavata nelle piccole difficoltà del percorso, ha cancellato il peso della giornata. Le decisioni prese si sono rivelate efficaci e la nostra avventura rimane solo una bella passeggiata nei campi. Sono molte le persone che, specie in primavera, percorrono a piedi le strade ciclabili e i sentieri di campagna. Sono abitudini prese durante il periodo del lockdown.

A quanto pare i ladri amano abbandonare i resti dei loro furti a lato dei canali, e ritrovare i loro bottini e consegnarli al carabinieri non permette solo di farli riavere ai legittimi proprietari, ma anche di capire quando è il momento di preoccuparsi per la presenza di ladri e borseggiatori che stazionano vicino a casa nostra. Quindi, più gente passeggia, più si ritrovano bottini, più si ha la visione della realtà. Le nostre campagne sono frequentate dai ladri.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Articolo aggiornato il 16/04/2023 22:40

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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Testata registrata presso il Tribunale di Milano n. 47/2020 del 3/06/2020 Direttore responsabile Ilaria Maria Preti
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