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Lo scorso 8 aprile, intorno alle 11:20, un uomo ha tentato di rapinare l’ufficio delle Poste di via Giovanni Battista Grassi a Quarto Oggiaro, Milano. Gli è andata male e le forze dell’ordine sono arrivate sul posto mentre la rapina era ancora in corso e lo hanno arrestato in flagranza. A darne notizia è la stessa azienda delle Poste Italiane che approfitta delle occasioni della rapina andata male per spiegare ai rapinatori che forse è meglio cambiare obiettivi.
Infatti alle 11:20, agli operatori della situation room di Milano, la sala di controllo funzionante 24 ore su 24 di Poste Italiane sono arrivate alcune segnalazioni di allarme. Non si tratta più del classico bottone rosso sotto la scrivania, ma sono segnali molto più elaborati e supportati dalle telecamere online. All’arrivo delle segnalazioni gli operatori hanno immediatamente contattato il direttore dell’ufficio postale che ha comunicato la presenza di un rapinatore agli sportelli. Restando in linea con il direttore mentre il rapinatore continuava la sua azione di minaccia hanno avvisato le forze dell’ordine che sono arrivate sul posto e hanno agito prima che rapinatore si rendesse conto di essere stato scoperto.
Sistemi di sicurezza evoluti e stretta collaborazione con le forze dell’ordine, in particolar modo con la centrale unica del 112, che è in grado di individuare le forze operative più vicine al luogo dell’emergenza hanno permesso di far fallire la rapina. Allora gli uffici di postale di Milano e della provincia sono stati dotati di impianti di video solo ieri sorveglianza a circuito chiuso composti da oltre 1821 telecamere che monitorano i locali anche da possibili intrusione notturne e permettono il riconoscimento di eventuali rapinatori.
Attraverso un sofisticato software di videochiamare analisi predittiva consentono di riconoscere automaticamente i comportamenti sospetti agli ATM del Postamat e dei potenziali attacchi facendo partire in tempo reale la richiesta di intervento alle forze dell’ordine. Inoltre sono stati introdotti numerosi servizi di vigilanza armata sia durante gli orari di apertura degli uffici postali sia come Ronde ispettive nel Notario di chiusura.
Per rendere ancora meno appetibile gli uffici postali come obiettivi di rapine anche i sistemi di custode del denaro sono all’avanguardia. Tutti i 393 uffici postali di Milano e della provincia sono dotati di dispositivo di protezione dei denaro contante, fra cui speciali cassaforte di apertura temporizzata, e 1.216 sportelli sono dotati di roller Cash, particolare casseforti collegate a postazioni operative in cui cassetti possono essere aperti solo alla conclusione di un’operazione.
Per la protezione degli ATM Postamat, gli sportelli bancomat, sono stati attivati dei sistemi anti effrazione come la cosiddetta ghigliottina, una dispositivo che attraverso la paratia mobile impedisce l’introduzione di esplosivo all’interno della cassaforte stessa. La ghigliottina è una struttura blindata che garantisce la Protezione della feritoia interna attraverso cui passa il denaro per uscire dalla cassaforte dell’a ‘ ATM. Una brutta notizia per i bancomatari bolognesi che qualche anno fa avevano fatto impazzire la Lombardia, organizzando Blitz e facendo esplodere i bancomat, e alcune volte trascinandosi ancora pieni per strada.
Si tratta di una banda, o meglio di una Famiglia allargata composta da parenti di vario grado, di nomadi che si sono stanziati nella zona della provincia di Bologna e che si erano specializzati nel far saltare in aria e bancomat attraverso delle marmotte, sottili scatolette di metallo contenenti esplosivo che venivano infilate all’interno delle cassaforti utilizzando il foro di uscita delle banconote. Altre volte, con altri tipi di Bancomat utilizzavano invece il gas di cui riempivano il bancomat, sempre attraverso il buco da cui uscivano le banconote, per poi farlo saltare in aria utilizzando dei fili elettrici collegati alla batteria delle auto usate usate per il furto.
Gli ultimi attacchi di questo genere che ricordiamo sono stati nel 2021 e la banda era stata decimata dagli arresti. Ormai i maggiori colpevoli di questi tipi di furti dovrebbero avere quasi finito di scontare le pene detentive. Quando usciranno di prigione, se vorranno continuare con l’attività di bancomattari dovranno dedicare parecchio tempo allo studio di metodi per superare queste difese.
Articolo aggiornato il 13/04/2023 22:05