Politica

A Magenta sono tornati i Libertari. La donna che non riconosce lo stato italiano è una eroina della politica

Non ho potuto nascondere un moto di simpatia e di nostalgia quando mi hanno raccontato la storia della donna, una libertaria, di Robecco che sorpresa dalla polizia locale di Magenta a bordo di un’auto che era già stata posta sotto sequestro, ne ha impedito il nuovo sequestro da parte dei carabinieri, dicendo di non riconoscere lo Stato italiano e che la nazione era lei.

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La vicenda è stata liquidata dai giornali che hanno riportato la notizia come quella di una matta, o quanto meno come un’originale, appartenete ad un setta, convinta a recedere dalla sua protesta dai due sindaci di Magenta, Luca del Gobbo e di Robecco, Fortunata Barni. La donna si era chiusa nell’abitacolo dell’auto e ha resistito per ore, fino alle 21, prima di lasciare l’auto.

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Non so chi fosse, ma posso immaginare che il sequestro dell’auto, perchè è così che accade, sia stato dovuto al quel dannato fermo amministrativo che è imposto sulle automobili di chi ha una pendenza con le tasse, qualsiasi sia la loro origine. Poco importa di quanto sia la pendenza, o poco importa anche il fatto che non abbia colpe sui mancati pagamenti, e non importa neppure se l’auto è un catorcio necessario per recuperare un po’ di danaro per vivere o per sopravvivere. Lo stato italiano, che sia l’agenzia delle entrate, l’ inps, e persino la regione Lombardia, lo fanno ugualmente.

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Siamo onesti: gli evasori veri, quelli che evadono miliardi di euro, non vanno in giro, da Robecco a Magenta, su un’auto posta sotto sequestro. Se ne stanno su uno yacht in un paradiso fiscale. Ma i poveri cristi, quelli che non sanno a che santo votarsi perchè il loro maggior problema è proprio lo stato italiano, e le sue diramazioni, non vanno da nessuna parte. Restano schiacciati dove sono, spesso attaccati a un’ auto che hanno comprato con sacrifici, e per cui devono pagare un salatissimo bollo annuale che non dovrebbe più esistere da anni.

Quando queste persone hanno avuto un passato in cui si son battute per cambiare il mondo e per avere un futuro migliore, e in loro c’è ancora il ricordo delle battaglie e delle bandiere, specie quella bianca e verde, che hanno sventolato, ecco che anche se son consapevoli di aver perso la guerra, ed essere stati ingiustamente annientati, tornano istintivamente ai propri valori e gridano: ” non riconosco lo Stato italiano, non sono italiana”.

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Una setta? Ma che stupidaggine. E’ una libertaria

Sono i libertari. Quelle persone che seguono la dottrina politica per cui ogni scelta di stato, di ordinamento giuridico, deriva non dall’imposizione che viviamo da tanti anni, ma dalla scelta libera e consapevole di ogni uomo. Sono i seguaci di Gianfranco Miglio, e di Gilberto Oneto, e di Leonardo Facco perchè, anche se la storia recente è troppo recente per essere raccontata, tra gli anni ’90 e i primo ventennio degli anni 2000, nella penisola italiana il movimento libertario è stato molto forte, ricco di derivazioni e proposte, e pieno di eroi che si sono sacrificati per le loro idee.

Dopo il cambiamento del primo, ed alla fine unico, partito che era riuscito a riunirli e rappresentarli, la Lega Nord per l’indipendenza della Padania, che aveva dato loro anche delle posizioni parlamentari, sembravano spariti. E’ come se loro azioni e le loro idee fossero stati una illusione. Quasi ci si è convinti che non siano mai esistiti. Fino al 6 aprile 2023, quando una donna, di cui ancora non si sa il nome, si chiude nella sua auto sotto sequestro a Magenta e dice quella frase: ” io non riconosco lo Stato italiano”.

Mentre tutti coloro che erano vivi politicamente negli anni 90, all’improvviso diventano consapevoli di non aver passato 30 anni sotto narcosi, qualcuno di troppo giovane per aver letto ancora un solo libro di politica, scandalosamente la classifica come appartenente ad una setta. E mi impedisce, questa volta, di tener saggiamente la bocca chiusa.

A proposito di Leonardo Facco

E’ interessante che proprio il giorno prima dell’episodio dell’auto, lo scorso 5 aprile, l’editore Leonardo Facco sia stato assolto dal tribunale di Forlì dalle accuse di Vilipendio della Repubblica e delle istituzioni costituzionali e delle Forze Armate” e di “Istigazione a disobbedire alle leggi” perchè il fatto non sussiste.


Nota della redazione
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Articolo aggiornato il 09/04/2023 19:52

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