Occhiali spaziali: innovazione e tecnologia dalla Terra allo spazio al Centro Ottico Rossini & Licciulli di Parabiago
A Parabiago, al centro ottico Rossini & Licciulli , che si trova al numero civico 44 della statale del Sempione,
Quando a Milano rubano gli smartphone si pensa subito alle borseggiatrici della metropolitana o ai disperati che vivono intorno alle Stazioni ferroviarie. Mai più si pensa a dipendenti comunali che si imboscano gli smartphone di servizio a livello quasi industriale. Gli smartphone spariti sono 600, su un totale di circa 16mila dipendenti del comune di Milano, e di 5000 dispositivi che avrebbero dovuto essere a disposizione.-
Eppure è successo. Lo scorso giugno alcuni dipendenti dell’ufficio Innovazione Tecnologica e Digitale del Comune di Milano hanno scoperto che 57 smartphone e 8 tablet destinati ai dipendenti comunali erano spariti dai magazzini e hanno presentato alla procura della repubblica una denuncia per furto. La procura della repubblica ha quindi delegato alle indagini la Polizia Locale di Milano e ha assunto la coordinazione delle indagini.
Gli agenti, con la collaborazione del personale comunale, hanno quindi effettuato una verifica del magazzino e delle assegnazioni già portate a termine. Circa 5mila apparecchi fra smartphone, tablet e computer portatili sono stati tracciati ed è stato verificato se fossero stati realmente assegnati ai dipendenti che ne avevano diritto, oppure se si trovavano in magazzino, oppure se effettivamente ne erano state perse le tracce.
Le indagini, inizialmente, sono state soprattutto documentali. Gli investigatori hanno incrociato tabulati, lettere di consegna del fornitore, le ricevute di consegna ai dipendenti e i codici di attribuzione Imei, e hanno identificato ogni apparecchio che era realmente in mano ai dipendenti, oppure che si trovava ancora in magazzino. Hanno così identificato i codici Imei dei telefonini mancanti all’appello.
In questo modo i poliziotti sono venuti a sapere che i nuovi dispositivi mancanti non erano 57, ma ben 600. Nel comunicare che l’indagine è in corso, l’ufficio stampa del Comune di Milano ha scritto che a quel punto la polizia locale “è passata all’analisi dei tabulati telefonici per localizzare i telefoni, i tablet e i computer portatili spariti individuandoli nell’area territoriale compresa tra alcuni comuni del pavese e della provincia di Milano e in alcuni casi al di fuori dell’ambito regionale.” Uno shock.
E’ difficile rintracciare un telefono utilizzando il codice Imei, che si limita a identificare il telefono e a tracciarne la proprietà. Possono riuscirci solo le forze dell’ordine triangolando le informazioni con i gestori delle linee telefoniche e agendo su mandato dei magistrati. I dati dei server e dei portali dei gestori telefonici sono infatti segreti e fanno parte dei sistemi strategici per la sicurezza nazionale. Solo i magistrati possono emettere un’ordinanza per la consultazione, che poi viene eseguita dal personale di polizia giudiziaria del corpo delegato alle indagini.
Sui portali e sui server dei gestori telefonici, è possibile associare i codici Imei degli smartphone e degli altri dispositivi in grado di connettersi a internet e alle linee telefoniche con i numeri di telefono utilizzati al momento della connessione alle celle telefoniche o ai satelliti. Da quelle connessioni, tramite i gps, è poi possibile localizzare i telefoni e identificare chi li ha in mano. Anche l’identificazione delle persone non è però così immediata e necessita di accertamenti ed indagini.
Alcuni dei dispositivi erano però stati usati e l’analisi dell’area di utilizzo ha consentito di effettuare delle perquisizioni, e di rientrare in possesso di una ventina di smartphone. Un dipendente comunale è stato indagato per furto insieme ad altri 10 complici esterni. All’appello mancano ancora 580 fra telefoni tablet e computer, ma le indagini sono ancora in corso e man mano saranno forse localizzati, e recuperati, anche gli altri dispositivi.
Stimando il valore medio di ogni dispositivo a circa mille euro, il valore del furto è di circa 600 mila euro. La merce rubata è stata rivenduta tramite il passaparola o nei mercatini rionali, quindi probabilmente il guadagno dei ladri è stato minore, ma in ogni caso abbastanza alto da cambiare loro la vita e da risultare sui loro conti bancari.
Articolo aggiornato il 21/03/2023 17:11