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A Parabiago, al centro ottico Rossini & Licciulli , che si trova al numero civico 44 della statale del Sempione,
A.R. Queste sono le iniziali del rapinatore marocchino che ha colpito la zona della Stazione Centrale ieri pomeriggio. Non è un nome conosciuto e le iniziali ci possono bastare. Quello che conta è invece il suo curriculum e che cosa ci faceva quel 23enne marocchino a Milano. La polizia in queste ore le Polizia di Stato sta raccogliendo le prove e gli episodi di violenza che lo hanno coinvolto durante la sua permanenza a Milano.
La prima prova della sua residenza in città risale al 28 luglio 2022. Da una foto segnalazione recuperata tramite il sistema digitale interforze in quella data il risultato come Richiedente Protezione Internazionale a Bochum, in Germania. La definizione di Richiedente Protezione Internazionale fa ridere. E difatti la gente normale che avrebbe dovuto essere protetta da lui e dalle sue azioni.
Un’altra prova delle sue azioni riguardano lo scippo di cui era stato protagonista, e per cui era stato fermato. Lo scorso 6 febbraio gli agenti della Polizia Ferroviaria il servizio alla stazione di Rogoredo, alle 19:30 circa, erano stati chiamati dal capotreno perché alcuni è viaggiatori avevano segnalato l’uomo che salito sul treno diretto Saronno – Lodi alla fermata di Milano Porta Vittoria. Era ubriaco perso, o meglio, come dicono le forze dell’ordine quando vogliono usare la delicatezza, era in “evidente stato di alterazione fisica”. Aveva anche una grossa ferita alla mano sinistra. È stato segnalato perché molestava i viaggiatori e in modo particolare se la prendeva con un gruppo di ragazzini minorenni.
L’uomo era stato fermato dagli agenti della polizia e portato all’interno degli uffici della Polfer al binario 1. Era barcollante e privo di documenti. Addosso aveva uno smartphone che, verso le 19, era stato scippato dalle mani di un 37enne italiano che si trovava a bordo dell’autobus 90. È stato quindi posto sotto indagine per il furto con strappo e sicuramente accusato di ricettazione. Poi lo hanno portato al Pronto Soccorso dell’Ospedale di San Donato Milanese per essere prima medicato alla mano ferita e per fargli smaltire la sbornia pericolosa. Intanto era stato sottoposto a rilievi della per la fotosegnalazione, con cui I poliziotti sono riusciti a dargli una identità.
Qualche giudice, nel frattempo, ha pensato non ci fossero gli elementi per trattenerlo e arrestarlo. Anche se avesse deciso il contrario, probabilmente non sarebbe riuscito a trattenerlo perché A.R. è riuscito ad allontanarsi dal Pronto Soccorso dell’Ospedale prima di essere dimesso. Infatti, quando è stato bloccato e poi arrestato dopo le quattro rapine di ieri pomeriggio, indossava ancora il braccialetto di carta del ricovero con il nome dell’ospedale da cui si era allontanato.
Articolo aggiornato il 07/03/2023 21:17