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L’acqua del pozzo di prima falda del campo sportivo comunale è risultata contaminata ha valori di cromo e cromo esavalente nettamente superiori ai limiti normativi. Il Comitato “Salviamo Il Paesaggio” di Casorezzo ha comunicato al Sindaco del Comune di Casorezzo i risultati di rilevazioni effettuate su alcuni pozzi, dai quali risulta un alto livello di inquinamento da cromo e cromo esavalente nel pozzo di irrigazione del campo sportivo comunale.
Inizia così il comunicato stampa che è stato diffuso ieri dal comune di Casorezzo, per avvisare i cittadini della problematica relativa all’inquinamento della falda acquifera che, incidentalmente, scorre ad appena 2 metri di profondità sono la serie di cave di ghiaia trasformate in discarica e che ha delle correnti che la spargono verso Parabiago, verso Magenta, e verso la linea dei fontanili, preziosa risorsa per l’irrigazione delle campagne dell’altomilanese.
Il comunicato stampa continua raccontando come si è arrivati a sapere che anche il territorio di Casorezzo è compromesso dall’inquinamento della falda acquifera. “Il Comitato “Salviamo Il Paesaggio” di Casorezzo, nell’ambito delle azioni di contrasto alle attività in svolgimento presso l’area di cava Rg17 (ex ATEg11) che da anni porta avanti, ha incaricato, tramite il proprio legale, un qualificato consulente chimico forense. Il tecnico, dopo accurate indagini, ha consegnato una relazione in cui si evidenzia “un importante inquinamento da Cromo e Cromo VI nel punto di prelievo denominato Campo Sportivo”. La relazione e i risultati delle analisi sono stati consegnati al Sindaco del Comune di Casorezzo per le azioni di competenza.
Pierluca Oldani, sindaco del comune di Casorezzo, una volta ricevuta la comunicazione della scoperta dell’ inquinamento del pozzo, che presuppone che sia stato perpetrato un reato ambientale grave, deve per legge effettuare delle azioni e ha fatto il suo dovere e le segnalazioni sono state inviate agli organi che vigilano sulla salute ambientale. “Il Sindaco del Comune di Casorezzo, dopo aver ricevuto la comunicazione da parte del Comitato “Salviamo Il Paesaggio” di Casorezzo, come prevede l’art. 244 del Testo unico sull’Ambiente, ha inviato la segnalazione della situazione a Regione Lombardia e a Città Metropolitana di Milano chiedendo di avviare “le opportune indagini volte a identificare il responsabile dell’evento di superamento”.
La stessa segnalazione è stata inviata anche a ATS Milano al fine di ottenere un parere riguardo agli eventuali rischi per la salute umana. In tal caso il Sindaco adotterà apposita ordinanza contingibile e urgente di chiusura del pozzo interessato. La comunicazione è stata inoltrata anche a CAP holding, proprietaria del pozzo, per chiedere un confronto tra i valori attuali di presenza di cromo e quelli rilevati all’atto dell’escavazione, nel 2013.
Sempre secondo il comunicato diramato: L’inquinamento del pozzo desta ulteriore preoccupazione in quanto, secondo la relazione del consulente, è stato rilevato in una zona interessata dallo scorrimento di falda sulla direttrice avente a monte l’area di cava Rg17 (ex ATEg11). Per questo motivo il Sindaco ha chiesto agli enti superiori di avviare un’indagine idrologica su un’area più vasta, in accordo con il Comune di Casorezzo, con tecnici consulenti nominati dall’Amministrazione, da affiancare alle strutture istituzionalmente deputati a tali controlli.
A questo punto, infatti, appare indispensabile far finalmente luce sulle reali condizioni di inquinamento della falda acquifera del nostro territorio, troppo spesso derubricate come ‘storiche’ e non rilevanti dalle Autorità di controllo anche negli atti autorizzativi rilasciati negli ultimi anni per le varie attività dell’ex ATEg11. Si specifica che il pozzo contaminato è utilizzato esclusivamente per irrigare i campi sportivi. E che l’inquinamento non ha intaccato l’acqua potabile. La firma del comunicato è del Comitato “Salviamo Il Paesaggio” di Casorezzo unitamente al Comune di Casorezzo
C’è infatti chi derubrica l’inquinamento della falda acquifera generata dal deposito morenico e che scorre sotto l’altomilanese fino alla linea dei fontanili di Bareggio come storica. Cioè, non la considera non rilevante, siccome è già inquinata la si può inquinare di più e che non c’è speranza di migliorarne la qualità evitando di farci percolare altre schifezze. La scoperta degli inquinamenti da cromo nella falda è infatti del 2013, in cui una lunga striscia di terreno fra Busto Garolfo e Parabiago risultava inquinata. La rilevazione risparmiava Casorezzo che sembrava straordinariamente indenne. Oggi non è più così.
Il cromo esavalente non è uno scherzo. Secondo il Programma regionale di bonifica delle aree inquinate della Lombardia del 2006, che trovate a questo link, ma che vi pubblico anche qui, il cromo (Cr) è un elemento di transizione presente nell’ambiente prevalentemente in due forme di ossidazione: quella esavalente, tossica, cancerogena e mutagena, e quella trivalente, caratterizzata da una tossicità relativamente bassa. Quello trovato nel pozzo del campo sportivo è il cromo esavalente.
Articolo aggiornato il 01/03/2023 19:05