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Questa mattina, primo febbraio, il cadavere di una ragazza , strangolata, è stato ritrovato dal custode in uno dei bagni vicino alle aule studio dell’università IULM di Milano, in via Carlo Bo 1. La ragazza aveva una sciarpa stretta intorno al collo e legata alla porta. Era vestita. I Carabinieri della Stazione Barona e della sezione investigazioni scientifiche del nucleo investigativo hanno notato che, ad un primo esame, non si vedono segni di violenza sessuale.
La notizia è in aggiornamento. Nella mattinata potremo fornire altri particolari, in accordo con quanto la procura deciderà di rendere noto alla stampa. Anche se la prima descrizione dei fatti potrebbe portare ad escludere un suicidio sono solo le indagini e la ricostruzione dei fatti degli investigatori che potranno dare una risposta definitiva su quanto accaduto.
Nella tarda mattinata sono stati diffusi alcuni particolari. La porta del bagno chiusa dall’interno ha aperto l’ipotesi investigativa del suicidio, confermato poi dal ritrovamento, nella borsa della ragazza, di una lettera manoscritta in cui descriveva il suo stato d’animo e le sue intenzioni.
I primi accertamenti dei Carabinieri della Stazione Barona hanno permesso di identificare la ragazza. Si tratta di una 19enne, nata a Milano, studentessa dello Iulm. Il padre ne aveva denunciato l’allontanamento da casa, in cui viveva con i familiari, ieri sera.
Nella sua lettera d’addio riconduce il suo gesto alla sensazione di aver fallito nella vita e nel percorso di studi. A diciannove anni si può essere solo al primo anno di università e l’anno scolastico è iniziato solo lo scorso novembre. È molto triste che una ragazza che ha potuto affrontare al massimo un paio di esami universitari, se anche fossero andati male, possa sentirsi fallita nel percorso di studi. Probabilmente alla base del suo gesto non c’è una motivazione reale ma, come accade spesso, si è trattato un disagio di tipo fisico, tanto difficile da affrontare.
Articolo aggiornato il 02/02/2023 19:40