Bosco della droga a Rescaldina. 2 arresti per l’omicidio di aprile
Rescaldina. Nei boschi della zona, principalmente nel bosco del Rugareto, è da tempo i corso una faida fra trafficanti e spacciatori di droga di diversi gruppi. Ieri mattina, all’alba, i carabinieri della compagnia di Busto Arsizio ha arrestato, su ordine della procura, 2 marocchini di 20 anni, irregolari e senza fissa dimora. Sono considerati i responsabili dell’omicidio di Bouda Ouadia, 30 anni, lo scorso 2 aprile. Il suo cadavere fu ritrovato da un uomo che passeggiava con il cane. La vittima era un marocchino 30enne irregolare sul territorio che per vivere faceva lo spacciatore.
La indagini sono partite con l’identificazione della vittima, che al momento del ritrovamento non aveva documenti. La ricerca del suo volto nel database del sistema digitale interforze ha permesso di dargli una identità e di rintracciare la sua fidanzata che lo ha riconosciuto. E’ la donna che ha dato i primi elementi per legare l’esecuzione di Ouadia alla guerra in atto tra bande rivali per la conquista delle piazze di spaccio all’interno del bosco del Rugareto. Testimoni, intercettazioni telefoniche, e altri strumenti di indagini usati dai carabinieri hanno permesso di individuare gli autori dell’omicidio e di ricostruire i fatti del 2 aprile.
Quel pomeriggio un gruppo di aggressori armati di pistole e fucili aveva fatto irruzione nel bosco ed aveva assalito gli spacciatori presenti. Il palo li aveva avvertiti, e stavano tentando di fuggire, ma due sono stati raggiunti dai proiettili sparati dalla coppia. Bouda Ouadia è stato colpito alla testa ed è morto sul colpo. Un altro spacciatore, invece, un 27enne marocchino, è stato ferito di striscio alla testa e a una gamba. Il terreno era cosparso di bossoli di diversi calibri tra cui alcuni utilizzati per carabine di precisione e fucili mitragliatori.
Indagini rese difficili dalla clandestinità di tutti i protagonisti
L’indagine, estremamente complessa fin dall’esordio dovendo identificare un cadavere senza avere riferimenti o traccia del suo passaggio nel territorio italiano, è stata resa difficoltosa proprio dallo status di clandestini di tutti i soggetti protagonisti della vicenda. Stessa difficoltà si è ripresentata nella fase della localizzazione dei catturandi, i quali trascorrevano gran parte del loro tempo all’interno del bosco a presidio dell’area di spaccio ed a custodia dello stupefacente, delle armi e del denaro.
Nei rari momenti in cui si allontanavano, adottavano innumerevoli precauzioni avvalendosi da una fitta rete di fiancheggiatori connazionali e di clienti tossicodipendenti che si prestavano a qualsiasi tipo di servizio in cambio di una dose. Inoltre si appoggiavano in case di fortuna con contratti intestati a prestanome, utilizzavano cellulari con utenze fittizie e mezzi di trasporto a noleggio intestati a clienti. Gli arrestati di questa mattina sono stati consegnati al carcere di Busto Arsizio a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
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