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La zona nord di Magenta è diventata una zona di abbandono di rifiuti. Succede in particolar modo in via Generale Cler. Magenta nord, negli ultimi anni, era stata abbandonata dall’amministrazione comunale e attualmente versa in uno stato di degrado che i volontari della associazione Guardia Nazionale o.d.v., che ha fra i suoi compiti anche la tutela dell’ambiente, hanno potuto constatare di persona.
Nella zona di via Generale Cler vi sono diversi punti di abbandono dei rifiuti e le strade sono piene di buche. Come sanno tutti quelli che si occupano di ambiente, il rifiuto abbandonato ai lati delle strade o nei boschi tende ad accumularsi in punti precisi come se un sacchetto ne tirasse un altro.
Magenta nord, che gira intorno alla via Generale Cler, ha parecchio verde ed è spesso frequentata da padroni di cani al guinzaglio. I rifiuti abbandonati, che sono di vari tipi e indifferenziati, risultano essere anche un grande pericolo per la salute degli animali da compagnia. Gli animaletti selvatici tendono infatti a tirar fuori dai sacchetti tutto ciò che che è di origine organica e a spargerlo intorno, così i cani, anche se al guinzaglio, possono trovare nell’erba pezzetti di osso di pollo piuttosto che cibo andato a male, e ingoiarli prima che il padrone possa rendersi conto di quanto succede. Un giardino sporco diventa, per animali e persone, una fonte di malattie e di danni alla salute.
Forse sono sempre le stesse persone che hanno l’abitudine di buttare la pattumiera sempre negli stessi posti, invece di fare la raccolta differenziata o portare i propri rifiuti al isola ecologica. Forse chi passa vicino ad un punto di abbandono di rifiuti, se ha in tasca qualcosa di cui deve liberarsi, tende a buttarlo sul mucchio. Forse chi ha questi comportamenti tende a pensare che qualcuno passerà, e pulirà.
Invece no, non pulisce nessuno. I rifiuti tendono ad accumularsi, creando delle vere e proprie montagnole di spazzatura. Da un sacchetto piccolo diventano 2, poi 4, poi qualcuno aggiunge un vecchio secchio, qualcun altro ci porta un vecchio divano, e via così. L’unico sistema per evitare questo disastro ambientale è quello di scoprire i colpevoli dell’abbandono nel più breve tempo possibile, prima che si arrivi al secondo sacchetto.
E’ bene ripulire immediatamente il punto di abbandono, prima che si instauri l’abitudine e chi passa ci butti anche il suo ciarpame. È un compito ingrato che richiede organizzazione, per essere incisivo. Se non si dispone di gruppi di volontari abbastanza numerosi per costituire un servizio continuato di sorveglianza, bisogna appoggiarsi alle fototrappole, che scattano migliaia di foto ogni sera. Ogni foto va controllata dagli agenti della polizia locale, impegnando il prezioso tempo degli agenti nella speranza di poter individuare e riconoscere una targa di una macchina o il viso di uno degli sporcaccioni. Un lungo lavoro che potrebbe essere fatto da volontari, se non necessitasse delle qualifiche di ufficiali di accertatore.
Chi viene riconosciuto nelle immagini paga per tutti. Magari è stato sorpreso a buttare un fazzoletto di carta su delle macerie edili abbandonate prima da sconosciuti, ma telecamera ha ripreso lui. Nei comuni in cui i boschi sono molto più estesi del centro abitato, le foto trappole mobili sono l’unica soluzione fattibile, ma nei centri abitati, quando il problema riguarda i giardini, i parchi e i cigli delle strade comunali, è molto più importante avere un buon servizio di sorveglianza ambientale, effettuato da persone esperte e addestrate e ben coordinato con gli uffici comunali che possono ricevere le segnalazioni e intervenire con la pulizia nel più breve tempo possibile.
Inoltre se il servizio di sorveglianza non è anonimo, ma è effettuato con macchine di servizio riconoscibili, funziona da deterrente perché rende scomodi, una volta individuati gli orari e le giorni della settimana in cui avvengono, gli abbandoni. Chi abbandona rifiuti Infatti è ben consapevole che sta compiendo un atto che nel migliore dei casi porta a una sanzione amministrativa e nei peggiori può concludersi anche con l’arresto del colpevole, nel caso ad esempio di rifiuti tossici o inquinanti.
Articolo aggiornato il 05/07/2022 20:52