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Il tribunale di Milano, Sezione autonoma misure di prevenzione, ha oggi accolto la proposta presentata dal questore di Milano per il sequestro di prevenzione dei beni di una trentenne italiana residente a Legnano. La donna ha precedenti per ricettazione, furti in abitazione e rapine. Il sequestro è stato eseguito dagli agenti della divisione anticrimine della Questura di Milano con il supporto del commissariato di Legnano. Sotto sequestro sono finiti un monolocale, un appartamento di 5 locali con annessi box e cantina, e un deposito bancario intestati tutti al convivente trentunenne della donna.
Quanto quanto Comunicato dalla questura la trentenne vanta una carriera delinquenziale in continua crescita. Le sue prime condanne sono del tribunale di minorenni di Milano nel 2007, per ricettazione, tentata rapina, tentato furto in abitazione in concorso. Ma queste sono seguite poi le sentenze di condanna del Tribunale dei Minorenni di Torino, di Bologna e di Firenze, sempre per furti in abitazione. Le condanne si sono susseguite fino al 2018.
La donna è stata arrestata nel 2017 , ma non per le varie condanne che aveva collezionato in Italia. era infatti destinataria di un mandato d’arresto europeo emesso dalla pretura della circoscrizione di Tiergarten, nella città di Berlino, in Germania, nel 2014 . Era accusata di 8 furti in appartamento, avvenuti nella città stato di Berlino, in cui erano stati rubati denaro gioielli d’oro per un valore di circa 70 Mila euro.
Le indagini svolte dalla divisione anticrimine della Polizia di Stato hanno dimostrato che la donna ha mantenuto un tenore di vita agiato senza svolgere professioni o attività lavorative. Gli appartamenti di Legnano anche se non sono intestati alla donna erano nella sua disponibilità in quanto intestate al suo convivente che è anche il padre dei suoi 6 figli, e con cui vive dal momento degli acquisti. così il tribunale lo ha considerato un prestanome. Secondo la legge questo sequestro è potuto avvenire in quanto gli acquisti degli appartamenti sono stati effettuati nel mazzo e nel maggio del 2017 e si inseriscono nell’arco temporale in cui la donna ha manifestato pericolosità sociale finalizzandola all’accumulazione di una patrimonio.
Il provvedimento del tribunale ha portato al sequestro. Ora tocca alla 30enne dimostrare che i beni sequestrati abbiano una provenienza lecita. Se non accadrà entro certi termini, lo Stato procederà con la confisca e diventerà proprietario dei beni, che potranno essere utilizzati per attività socialmente utili.
Articolo aggiornato il 02/07/2022 13:01