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Sono 53 le persone cui il questore di Milano, Giuseppe Petronzi, ha vietato l’accesso alle aree urbane della città, con un DACUR. Non potranno usare la metropolitana, i treni e gli altri mezzi di trasporto. A 27 di queste persone il Dacur sarà di tipo aggravato.
Il dacur, il divieto di accesso alle aree urbane, in base all’articolo 10 del decreto legge 14/2017 è stato richieste preparato dai poliziotti della divisione anticrimine e dalla polizia locale di Milano, nell’ambito delle attività di prevenzione e controllo del territorio. Riguardano le aree delle stazioni ferroviarie Centrale, Rogoredo e Lambrate e l’intera rete di trasporto metropolitano, compresi autobus, filobus e tram.
L’elenco è piuttosto vario. Il DACUR aggravato riguarda 3 uomini fra i 25 e i 61 anni, due sono italiani e uno è pakistano, e 24 donne di etnia Rom fra i 20 e i 51 anni. Alcune di queste persone non potranno avvicinarsi entrare nelle aree della Stazione Centrale e in tutta la zona compresa Piazza IV Novembre, piazza Luigi di Savoia e piazza Duca d’Aosta. Altre non potranno avvicinarsi alla stazione ferroviaria di Milano Lambrate e a Piazza Enrico Bottini.
Altri ancora non potranno entrare nella stazione ferroviaria e nella stazione della metropolitana di Milano Rogoredo oltre che all’area verde circostante, il parco Gino Cassinis, parco Porto di Mare e Tronchi di Porto di Mare. Altri ancora non dovranno mettere piede sui tram della linea 5, comprese tutte le fermate e tutti gli accessi. I periodi del divieto di accesso vanno dai 18 mesi ai 2 anni.
Questi ulteriore 26 da Cure sono stati richiesti dalla divisione anticrimine della polizia di stato a seguito di controlli svolti dalla sezione della Polmetro e della Polfer. Riguardano 14 donne, di cui una italiana e 13 di etnia Rom, e 12 uomini, di cui 4 con cittadinanza italiana, che non potranno prendere i mezzi pubblici per periodi, a seconda dei casi, sei, 9 e 12 mesi.
Sono in molti a chiedersi, come nel caso del Daspo, come sia possibile far rispettare questi divieti senza essere 24 ore al giorno sul collo delle persone che ne sono colpite. In realtà non è difficile. Le numerose telecamere sui mezzi pubblici e la conoscenza diretta dei soggetti da parte dei poliziotti di Milano aiutano molto ad individuare chi viola il divieto.
Per bloccare un borseggiatore è necessario prenderlo praticamente con le mani nel sacco, o nella borsetta, altrui. Invece se è destinatario di un decreto di divieto di entrata nelle aree urbane è possibile allontanarlo, e denunciarlo per non aver rispettato il divieto, anche se non ha fatto ancora nulla. Questo permette quindi di proteggere i viaggiatori senza infrangere diritti e senza dover aspettare che il borseggiatore borseggi prima di poterlo arrestare.
Tutto sta a vederli. Per fortuna nelle ultime settimane sulle metropolitane di Milano girano alcuni volontari con dei grossi cartelli chi avvisano i passeggeri della presenza dei borseggiatori. Sono facce ormai conosciute dai milanesi
Articolo aggiornato il 20/08/2022 01:29