Iniziato il processo contro l’uomo che aggredì Maria Scampini
Oggi, al tribunale di Busto Arsizio è iniziato il processo contro il tossicodipendente che aggredì Maria Scampini, 94 anni, a Magnago, per strapparle gli orecchini. La donna morì in ospedale, dove era ricoverata per la rottura del femore. Pochi giorni dopo i carabinieri arrestarono il suo aggressore.
L’uomo, residente a Lonate Pozzolo, è accusato di rapina e di omicidio preterintenzionale. L’accusa di omicidio si basa su una perizia richiesta dal sostituto procuratore della repubblica e che ha lo scopo di accertare un nesso fra l’aggressione e la morte della signora Scampini. Il perito della procura ha confermato il nesso mentre il difensore del imputato sostiene il contrario.
Dopo la rapina la 94enne era stata ricoverata in ospedale e le avevano diagnosticato la rottura del femore. Secondo l’accusa la rottura del femore è stata causata dal rapinatore. Maria Scampini era lucida, quando è stata soccorsa, e aveva raccontato cosa le aveva fatto il rapinatore. Secondo la perizia, avvenuta poco dopo la morte della signora Scampini, il femore è stato rotto durante la rapina e la morte è stata causata dalla rottura del femore.
L’avvocato dell’imputato, non contesta la causa della morte e neppure la rapina, ma, secondo quanto raccontato dalla stampa, ritiene che la rottura del femore sia avvenuta mentre la signora Scampini chiamava aiuto, appena dopo la rapina. In questo modo si interromperebbe il nesso diretto fra la rapina e la morte della vittima e l’accusa di omicidio preterintenzionale cadrebbe. La secodn udienza del processo è in calendario per il prossimo 1 luglio.
Un pensiero
Anche la persona più indegna di questo mondo ha diritto ad un processo equo, in cui siano condannate le sue colpe esatte, e con una giusta pena, e sarà il processo a decidere quali. E’ però molto difficile accettare, secondo me, che una persona che strappa gli orecchini dalle orecchie di una donna di 94 anni, dopo averla aggredita in casa sua, possa tornare ad essere libero di andare dove vuole. Lo sarebbe anche se Maria Scampini fosse sopravvissuta.
Non è la morte che mi scandalizza così profondamente, ma è il pensiero che un uomo possa aggredire così violentemente una persona che non può difendersi, delicata. Penso alla sua paura, alla consapevolezza della fine, alla sua umiliazione, ed alla profonda cattiveria dell’animo dell’uomo che ha compiuto quei gesti. Personalmente lo vorrei in prigione per sempre per impedire che lo rifaccia a qualcun altro.
La storia
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