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Dicono che la droga fa lavorare il cervello più velocemente. Forse sarebbe meglio però se lavorasse più lentamente ma con più saggezza. Chissà se il 26enne arrestato lo scorso 18 maggio dalla Polizia di Stato avrà imparato qualcosa dall’esperienza vissuta in questa storia che, a tratti, risulta persino ridicola.
Un giovane di 26 anni che voleva procurarsi delle anfetamine se le fatte inviare nel modo più semplice, cioè per posta. Non sapeva che all’aeroporto di Linate esiste in ufficio che appositamente controlla i pacchi in arrivo per essere certi che nessuno usi la posta per inviare droga. Infatti martedì 18 maggio i funzionari dell’ufficio ADM di Milano 3 presso l’aeroporto di Linate, coordinati dall’ ufficio investigazioni della direzione antifrode ADM, hanno individuato un pacco che conteneva 260 grammi di anfetamine.
Il pacco era indirizzato ad un italiano, che risultato inesistente, e doveva essere consegnato in un negozio di Pieve Emanuele, che è risultavo completamente estraneo ai fatti.
Il caso è qui stato quindi preso in mano della squadra mobile di Milano che ha organizzato un servizio di “consegna controllata”. Il pacco, cioè, è stato consegnato regolarmente al negozio, poi i poliziotti hanno aspettato nelle vicinanze chi andava a prenderlo. Pochi minuti dopo la consegna, al titolare del negozio è arrivata una email nella quale il destinatario finale informava l’esercizio commerciale che sarebbe passato un corriere a ritirare il pacchetto.
infatti dopo alcuni minuti è arrivato un corriere, anche lui risultato assolutamente ignaro della situazione. Aveva il compito di consegnare il pacchetto ad un indirizzo di via Veniero, nella zona Sempione. Il servizio di consegna controllata è quindi continuato e il fattorino ha consegnato il pacco a destinazione. Ha suonato il campanello dal palazzo. E’ sceso un 26enne che, dopo aver ritirato il pacco, è stato fermato dai poliziotti e arrestato.
Il 26enne che ha organizzato una consegna così articolata è un pregiudicato italiano con precedenti per reati contro il patrimonio. Era agli arresti domiciliari dopo essere stato arrestato proprio dalla squadra mobile nel novembre 2020 per una rapina compiuta armato di cacciavite ai danni di una farmacia in zona Mecenate. Il giudice ha deciso per lui il rientro in carcere dove resterà in attesa della decisione dell’autorità giudiziaria.
Articolo aggiornato il 23/08/2022 00:27