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I militari dell’Arma dei carabinieri sono stati premiati a Marsiglia con il premio 112, il riconoscimento concesso a chi salva vite usando il numero unico europeo di emergenza 112. L’operazione èè quella dell’attacco terroristico del 30 arzo 2019 a San Donato milanese.
Era il 20 marzo 2019 quando Ousseynou Sy sequestrò l’autobus di cui era alla guida, e su cui viaggiava una scolaresca di Crema, a San Donato Milanese. Ci ricordiamo a malapena di quell’ attacco terroristico il cui colpevole è stato condannato a 19 anni di prigione, perché andò tutto bene e le 12 persone che rimasero ferite quel giorno sono guarite . Questo risultato, però, lo si deve a tutta una serie di azioni che le persone premiate il 27 aprile nel Palazzo dei Congressi di Marsiglia, in Francia, hanno effettuato magistralmente.
L’arma dei Carabinieri era l’unica forza presente alla serata organizzata per premiare i cittadini europei che hanno contribuito in maniera eroica salvataggio di vite umane chiamando il numero di emergenza 112. Il premio è stato consegnato ai militari operatori delle centrali operative di Lodi e di San Donato Milanese. Sono quelli chi avevano preso le chiamate di emergenza partite dai telefonini.
Sono stati accompagnati sul palco da un ufficiale del comando provinciale di Milano. Il premio è stato consegnato anche al comandante del NOR, il nucleo operativo e radiomobile, di San Donato Milanese chi aveva concorso al coordinamento delle operazioni dopo l’attacco terroristico. I carabinieri sul palco hanno poi consegnato a sorpresa il premio 112 ad Adam e al padre di rami i due ragazzi che durante l’emergenza avevano chiamato il 112, permettendo così l’intervento tempestivo dei carabinieri che avevano bloccato l’autobus è tratto in salvo tutte le persone a bordo.
In quell’occasione, i due ragazzi erano riusciti a nascondere i telefonini al sequestratore e li avevano utilizzati per chiamare aiuto al 112. Questo ha permesso al nucleo radiomobile dei Carabinieri di organizzarsi e di intervenire in circa 8 minuti, bloccando il traffico davanti al pullman sequestrato, creando volutamente un ingorgo che ha rallentato anche il pullman.
I militari avevano avuto così il tempo di raggiungere il pullman alle spalle a piedi ed effettuare un vero e proprio assalto con la liberazione degli ostaggi e la cattura del sequestratore, che aveva si era cosparso di benzina e aveva già dato fuoco all’autobus.
Articolo aggiornato il 29/04/2022 11:33