25 aprile. Messaggi di pace verso il cielo a Ossona
Quello di Ossona è stato un 25 aprile non ideologizzato su cui incombeva ancora la timidezza dei primi tentativi di riprendere a vivere pubblicamente la socialità del paese da una parte e lo shock dello scoprire che si potrebbe arrivare a vivere la stessa tragedia della gente dell’ Ucraina dall’altra. C’era poca voglia di contrapposizioni politiche e questo ha fatto bene alla manifestazione.
I palloncini
È un gesto semplice, quasi scontato, quello dei bambini delle scuole che questa mattina ad Ossona hanno partecipato alla prima parte delle cerimonie del 25 aprile, ma di grande cuore. Messaggi di pace affidati ai palloncini colorati e lasciato andare dalle mani dei bambini verso il cielo, verso Dio.
Non arriveranno lontano quei palloncini. Le condizioni meteo e le correnti d’aria non permetteranno loro di fare molti chilometri. Sicuramente non arriveranno in Russia. Anche se arrivassero, comunque, non cambierebbero nulla. Però il lancio verso il cielo potrebbe essere visto da Dio che potrebbe interpretarlo come una preghiera, una richiesta di intervento. Fra i messaggi dei bambini c’era anche quello di Erika, una dei bimbi ucraini arrivati a Ossona, fuggiti dalle bombe. E’ nella sua lingua, più facile per noi intuire piuttosto che leggere il significato. “Mi chiamo Erika…
La galleria di foto
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