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Azovstal a Mariupol. Putin ferma i bombardamenti e li definisce inutili

“Sulla AzovStal non deve volare una mosca” ha detto Putin, quando ha deciso di interrompere l’attacco alla imprendibile acciaieria di Mariupol. Naturalmente non ha pensato al gioco di parole che si è creato con la lingua italiana, per cui la traduzione della sua frase potrebbe anche essere “Mosca non volerà più sulla Azovstal”.

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“Questo è il caso in cui dobbiamo pensare (cioè dobbiamo sempre pensarci, ma ancora di più in questo caso) a preservare la vita dei nostri soldati e ufficiali. Non c’è bisogno di arrampicarsi in questa catacomba e strisciare sottoterra lungo queste strutture industriali” ha detto, secondo Open, il presidente russo.

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Dopo due giorni di bombardamenti, l’esercito Russo si è finalmente reso conto che la posizione è imprendibile, così come è impossibile far uscire dagli immensi rifugi antiatomici costruiti sotto l’acciaieria i circa 2000 soldati della 36a Brigata dei marine ucraini e del Battaglione Azov, che si trovano all’interno.

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L’area della Azovstal

la zona residenziale che circonda l’acciaieria Azovstal (telegram)

Per riuscire a conquistare l’immensa area industriale di Mariupol in cui vivevano, in palazzoni di architettura Sovietica simili a quelli del hinterland e dei quartieri di case popolari di Milano, circa 44mila persone, l’esercito russo stava inviando circa 90000 uomini e negli ultimi due giorni non ha risparmiato i bombardamenti sulla acciaieria.

azovstal. Azovstal a Mariupol. Putin ferma i bombardamenti e li definisce inutili - 21/04/2022
visione satellitare dell’area dell’Azovstal

Durante la guerra fredda degli anni settanta, però, quando esisteva ancora l’URSS, sotto quella acciaieria sono stati costruiti dei bunker antiatomici che servivano per salvaguardare gli operai e le loro famiglie in caso di attacco atomico da parte degli Stati Uniti. Sono strutture che permettevano la sopravvivenza in isolamento per tutta la comunità nata intorno alla Azovstal per decine di anni. Corridoi, stanze, appartamenti riserve di cibo, riserve d’acqua, in quel bunker c’è tutto.

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Non li si può distruggere neppure bombardandoli con la bomba atomica

L’unico modo per riuscire a raggiungere i 2000 difensori di Mariupol è quello di entrare a piedi in quella che Putin ha definito catacomba ed esporsi così al fuoco e all’attacco di chi quelle catacombe le conosce molto bene perché ci ha vissuto e lavorato. Far morire 90.000 uomini per ucciderne 2000 è una cosa che neppure Putin può permettersi.

Così ha fermato l’attacco e ordinato di isolare una zona che di per sé è già isolata. Il Battaglione Azov e la 36a Brigata dei Marine ucraini possono restare lì. Mariupol, dicono i russi, è sotto il loro controllo e la Azovstal è circondata. Non lo è del tutto, in realtà, perché grande parte del quadrato industriale confina direttamente con il mare di Azov, che è acquitrinoso e non permette un facile approdo da parte delle navi, ma può permettere agli uomini che si trovano nei bunker di uscire per delle rapide incursioni. Chi si difende ha sempre dei grandi vantaggi, specialmente se conosce bene il territorio.

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L’assedio non durerà molto

Anche un discorso d’assedio è difficilmente sostenibile da parte della Russia. Per quanto tempo Putin potrà tenere 90.000 uomini a guardia dello stabilimento? Non troppo, i soldati vanno nutriti e pagati. Il rischio di tenere tanta gente a far nulla in una zona di occupazione distrutta, in cui i soldati, specialmente i ceceni, non hanno riferimenti familiari, significa spesso perderne il controllo. Più passa il tempo, più si alza la probabilità che succedano fatti la cui responsabilità finirebbe totalmente sulle spalle di Putin.

Il battaglione Azov nei bunker

A parte tutti i discorsi sulla denazistificazione di Putin o di quello che veniva detto sul battaglione Azov prima della guerra fra Russia e Ucraina, non penso che possa esserci qualcuno che non provi ammirazione per quei 1260 uomini che in questi 2 mesi sono diventati l’incubo del presidente russo. Probabilmente i sopravvissuti del gruppo storico, di quelli che si erano arruolati prima del 24 febbraio 2022, sono davvero pochi. Però sono i vincitori della difesa di Mariupol.

La Russia, con il suo grande esercito, la seconda potenza mondiale, voleva distruggerli e non lo può fare. Nello scontro fra Davide e il gigante Golia, quello simpatico è Davide, quello stupido è il gigante. A quanto pare è andata così anche questa volta.

Dalla AzovStal

Proprio adesso è arrivato un comunicato di Irina Verenschuk, ministro ucraino per la reintegrazione dei territori temporaneamente occupati. “Chiediamo ai russi un corridoio umanitario urgente dallo stabilimento Azovstal di Mariupol. Ci sono circa 1000 civili e 500 soldati feriti devono essere tutti fatti uscire oggi dalla azovstal. Invito i leader mondiali e la comunità internazionale e concentrare i loro sforzi ora su Azovstal. Ora è un punto e un momento chiave per gli sforzi umanitari”. Se le cose stanno così, nei bunker della azovstal ci son ben più di 2000 persone. Il comunicato è stato ripreso da un video inviato dal vice comandante del Reggimento Azov, capitano Svjatoslav Palamar che si trova all’interno dei bunker della AzovStal

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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