Occhiali spaziali: innovazione e tecnologia dalla Terra allo spazio al Centro Ottico Rossini & Licciulli di Parabiago
A Parabiago, al centro ottico Rossini & Licciulli , che si trova al numero civico 44 della statale del Sempione,
Non avevo sentito spesso parlare dell’Azovstal, la grande acciaieria su cui si fondava l’economia di Mariupol, e non avevo mai visto foto di Mariupol. Del battaglione Azov sentivo parlare, ma in termini diversi da quelli con cui li ho potuti giudicare in questi ultimi giorni seguendo l’evoluzione della guerra della Russia all’Ucraina.
Non ho potuto fare a meno di notare che i bombardamenti dei russi sul Donbass, tutti documentati da loro stessi tramite chat telegram e comunicati stampa, sono riusciti fare quello che non aveva fatto la guerra fra le due repubbliche indipendenti di Donetsk e di Luhansk e lo Stato centrale ucraino in 8 anni. La distruzione di Mariupol, che non era evidentemente una cittadina abitata da russi, lo testimonia. Non sto dicendo che l’esercito ucraino non bombardi, e che i loro soldati non sparino. Mi sembra diversa la portata. Probabilmente per poca capacità di fuoco, più che per volontà.
Sono le foto di Mariupol che mi hanno stretto il cuore. Sono cresciuta nei quartieri della periferia di Milano, a Cesano Boscone ma al confine con Corsico, dove le amministrazioni di sinistra dei decenni scorsi avevano lasciato un segno che prima non mi pareva così evidente. Mi ero dimenticata che quei palazzoni erano di fattura e architettura sovietica fino a che non li ho rivisti a Mariupol, nei quartieri popolari cresciuti vicino all’acciaieria AzovStal, nei cui sotterranei si sono rifugiati gli ultimi difensori della città. Ora, e penso che comprenderete il mio stato d’animo, è un po’ come se sparassero anche a me. Mi sento coinvolta.
Dalle notizie ricevute ultimamente, molte delle persone che abitavano introno alla Azovstal, si sono rifugiate nei vastissimi sotterranei dell’acciaieria. Si tratta di grandi bunker antiatomici costruiti ai tempi della guerra fredda. Anche una parte degli uomini del battaglione Azov, gli uomini della 36esima brigata dei marine dell’esercito ucraino, poliziotti e altri componenti delle forze ucraine si sono ritirati in quei sotterranei. Nella Azovstal si preparano ad un lungo assedio e forse allo scontro finale.
Articolo aggiornato il 18/05/2022 19:03