“Signora, il suo Pod è in rosso!”
Questo pomeriggio mi chiama una ragazza, conosce il mio nome ma probabilmente non ha guardato il mio profilo Facebook. Conosce il mio pod (il codice cliente) e si presenta a nome di E-D- ( nome modificato per non danneggiare la reale azienda), che è l’azienda che si occupa della gestione del mio contatore della luce.
Dice che parla per conto dell’azienda proprietaria del mio contatore della luce e che il mio fornitore non ha applicato la delibera statale 296, che è una cosa che si può fare solo amministrativamente e che nella mia prossima bolletta della luce pagherò 0,55 centesimi al kw orario, ( due volte il costo reale della già cara bolletta elettrica).
Il tentativo di una nuova truffa telefonica, dai contorni un po’ strani, sta raggiungendo diverse persone nella zona dell’altomilanese. Da quello che ho saputo, le più colpite dalle strane telefonate sono Casorezzo e Ossona. Non si capisce molto bene cosa vogliano, ma in queste situazioni il tentativo dell’estorsione di denaro è praticamente implicito. Per un colpo di fortuna, che non mi capita spesso, hanno chiamato anche me.
Cos’è la “delibera statale 296”?
Per capire come agiscono certe persone dovete sapere che la legge 296/2015 è la legge che regola il libero mercato dell’energia. Disciplina in modo preciso i compiti delle varie aziende che operano nell’ambito. Ci sono i distributori o fornitori, chi gestisce i contatori, le agenzie che amministrano i contratti, chi gestisce gli impianti. Ognuna con il suo compito e la sua struttura.
L’unica cosa di cui non parla la “delibera statale 296” sono i consumatori, o fruitori finali di luce e gas. O meglio, c’è un principio generale che dice che il libero mercato dell’energia, che ha ispirato la legge, c’è perchè i consumatori possano ottenere, in base alla legge della domanda e dell’offerta, contratti alle migliori condizioni possibili. In Italia il margine di applicazione è molto ristretto, ma è un bene sia così, dato che elettricità, e gas, sono beni primari.
La chiacchierata telefonica
Metto la telefonata in vivavoce e dico che non ho capito chi è e cosa vuole. Lei ripete di appartenere all’azienda di gestione dei contatori, e poi con tono allarmato e allarmistico, quasi grida:
“Signora qua davanti a me vedo il suo pod. E’ in rosso!”
“E allora?” le rispondo. Faccio fatica a rimanere seria. Probabilmente si capisce che sto trattenendo la risata perchè la ragazzetta dice con un tono quasi offeso: “le passo la mia responsabile”:
“eh, passamela”
In certi quartieri di Napoli si sono specializzati nelle truffe telefoniche e l’accento li tradisce…
Una donna dal fortissimo accento napoletano prende il comando della situazione. Con tono stizzito dice:
“Signora, qua dal sistema vediamo che il suo fornitore non ha applicato la delibera statale 296 e che lei sta pagando la luce 0,55 centesimi invece con asart (nome di fantasia) le applicano la delibera statale 296 e così avrà lo sconto a 0,33 centesimi.”
“Ah, va bene, allora dato che è una statale, avviso il mio fornitore di applicarmi la delibera statale 296.”
“Non può. Si può fare solo amministrativamente”
“Come no. Se è una delibera statale vale per tutti i fornitori, mica solo per asart”
“Non stiamo cercando di venderle un contratto di asart!”
” Ah no? Meno male perchè le società che gestiscono i contatori non possono vendere contratti. Non mi aveva detto di essere di E- D…?”
” Si, noi controlliamo 400 aziende che forniscono la luce. Siamo sopra di loro”
Dall’altra stanza mio marito si sposta più vicino per ascoltare meglio e fa, ad alta voce, un commento politicamente scorretto. ” “Non vedi che è una truffa? Basta sentire l’accento…” Lo mando via, arrabbiata. Volevo sapere cosa voleva farmi tirar fuori e ora sicuramente ha mangiato la foglia e non me lo dirà più.
Prendo in mano la situazione. “Allora signora, se vuole vendere un contratto questo è sicuramente il modo meno corretto che poteva trovare. Il mio pod sta benissimo, l’indice Pun del mese di marzo è di 0,30 per la fascia monoraria e le aziende che gestiscono i contatori non distribuiscono, nè vendono energia. Si occupano, appunto, dei contatori.”
La signora dal forte accento napoletano, con tono molto stizzito, da persona offesa nell’orgoglio, mi dice:
“La saluto” ma non mette giù. Le rispondo cordialmente: “la saluto anche io” e sto lì ad aspettare che chiuda la telefonata.
Dopo qualche secondo in sospeso dice: “Arrivederci” e chiude. Il mio: “E’ una minaccia?” non la raggiunge.
Suppongo sia una delle poche volte che un milanese la ha vinta su un napoletano. O quasi, perchè a me sarebbe piaciuto arrivare alla fine e sentire come concludeva, chiamare il 112 e aiutare le forze dell’ordine ad organizzare un bel trappolone e assistere, magari facendo anche un video.
In conclusione
Spero che il racconto della mia esperienza possa aiutare chi si trova, magari momentaneamente, nelle condizioni di essere intimidito da certe telefonate. Oggi è questa, domani sarà qualcosa di diverso, ma il metodo è sempre lo stesso. La cosa importante è badare ai particolari che non convincono. E’ per esperienza personale che, da qualche tempo, so qualcosa in più di contatori ed energia che ha fatto capire che mi stavano raccontando delle stupidaggini. E’ importante farsi venire dei dubbi, controllare, chiedere e soprattutto, mai e poi mai dar retta a sconosciuti che dimostrano fretta e allarmismo quando vi chiamano al telefono.
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