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Da un articolo del il giorno di questa mattina , veniamo a sapere che l’avvocato dello scippatore catturato a Casorezzo vuol denunciare il sindaco Pierluca Oldani per il suo intervento che ne ha consentito l’arresto in flagranza di reato. L’azione legale è consentita a chiunque, ma dato che si parla di sceriffi, è meglio spiegare che un sindaco ha 2 volte il diritto, anzi, il dovere, di fermare gli scippatori. Una volta come cittadino, e una come sindaco.
Lo scippo , chiamato anche furto con strappo, è, a seconda dei casi, un furto aggravato che può diventare facilmente un reato contro la persona se la vittima riporta delle lesioni, e anche rapina nel caso in cui lo scippatore non desista immediatamente se la vittima, o qualcuno che interviene a sua difesa, resiste allo scippo. L’accusa dipende dal pubblico ministero.
In tutti i casi in cui è previsto l’arresto immediato del colpevole, cioè durante la flagranza di un reato che prevede l’arresto, questo può essere effettuato da qualunque cittadino, seguendo determinate regole. Nella Guardia Nazionale, che è una associazione di protezione civile che si occupa di sicurezza e di cui faccio parte, si fanno dei corsi anche per imparare a eseguire gli arresti civici in flagranza seguendo esattamente la legge. Siamo per strada, e ci può capitare, con più probabilità delle altre persone di assistere a reati che comportino il dovere civico di intervento. Questo lo scrivo per sottolineare la mia preparazione sull’argomento.
L’articolo 383 del codice di procedura penale nei suoi due commi prevede che: 1. Nei casi previsti dall’articolo 380 ogni persona è autorizzata a procedere all’arresto in flagranza, quando si tratta di delitti perseguibili di ufficio. 2. La persona che ha eseguito l’arresto deve senza ritardo consegnare l’arrestato e le cose costituenti il corpo del reato alla polizia giudiziaria la quale redige il verbale della consegna e ne rilascia copia.
I reati su cui si può intervenire in flagranza sono elencati nell’articolo 380 dello stesso codice di procedura penale . Nel caso particolare le indicazioni da seguire sono quelle del comma e). Secondo me questi particolari della legge andrebbero insegnati a scuola durante le lezioni di educazione civica. Si risolverebbero tanti problemi che oggi ci perseguitano, e che probabilmente, una volta che tutti ne sono informati, si estinguerebbero da soli.
Non si tratta infatti di diventare degli sceriffi, ma si tratta di esercitare un dovere civico. L’arresto vero e proprio, il fermo, lo effettua sempre chi ha la funzione di polizia giudiziaria: i carabinieri, la polizia di stato, la guardia di finanza, i dirigenti della polizia locale nei comuni in cui sono in forze, e il sindaco del paese in cui avviene il reato.
Il sindaco è infatti anche il primo pubblico ufficiale del Comune ed è il responsabile della sicurezza del suo paese. Quindi, quando ferma qualcuno in flagranza di reato lo può fare prima come sindaco e poi come cittadino, e può anche decidere di consegnare lo scippatore al suo dirigente di Pg della polizia locale. Nel caso specifico, inoltre, essendo stato fermato dal sindaco del paese, e avendo tentato di fuggire, se Pierluca Oldani si è qualificato come sindaco ( e penso proprio lo abbia fatto) lo scippatore dovrà rispondere anche dell’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
Ho scritto questo articolo perchè non mi piace l’idea che abbia spazio solo chi definisce sceriffo o rambo chi interviene in flagranza per difendere le persone in pericolo. Non è tanto per il sindaco di Casorezzo, che conosce queste procedure a menadito, quanto per il timore che vi sia chi crede che non ci si possa difendere dagli aggressori e dai ladri, e che ladri, scippatori e aggressori si convincano che possono farla franca accusando chi resiste alle loro angherie.
Però, se è vero che tutti i cittadini hanno il diritto dovere dell’arresto civico in flagranza di reato, è anche vero che questo deve essere eseguito bene, all’interno delle leggi, e soprattutto in sicurezza. Ci vuole cioè un certo grado di consapevolezza su quanto si sta facendo e sui rischi che si corrono. I ladri, specie i pregiudicati, hanno imparato in fretta ciò che noi cittadini normali non sappiamo.
In condizioni di calma, lo scippatore, il caino di turno, non va toccato, gli va solo impedita la fuga fino all’arrivo di chi ha la funzione di polizia giudiziaria. Il 112 va chiamato immediatamente. Meglio se, anzi, tutta l’operazione avviene mentre si è in collegamento con gli operatori. Possono essere usati oggetti di costrizione ( ad esempio legature) ma va dimostrato che sono sono di “fortuna”.
Bisogna soprattutto essere in grado di mantenere la calma e la mente libera dalla rabbia, anche durante l’emergenza. L’istinto, la seconda pelle della reazione immediata e giusta, è una dote naturale che tutti abbiamo, però va allenata.
Intanto lo scippatore è stato liberato. Non si trova in prigione. Ci andrà in seguito, quando sarà processato. La sua liberazione dipende dal tribunale delle libertà. Un giudice ha infatti considerato che non esiste possibilità di fuga, di inquinamento delle prove, o di reiterazione del reato, e queste sono i tre casi in cui è consentito tenere una persona in prigione prima del processo.
Sulla reiterazione del reato avrei però qualche grosso dubbio sulla saggezza della decisione del giudice delle libertà.. Infatti, subito dopo la liberazione dello scippatore di Casorezzo, ne è apparso un altro, altrettanto violento, a Vittuone. Che sia lo stesso che sta reiterando? Il dubbio è lecito, ma saranno i fatti a parlare.
Articolo aggiornato il 18/04/2022 10:38