Lambrate. Urla di donna in stazione. ” Non filmatemi, sto lavorando” e finisce in carcere per 7 anni
Lambrate. Ieri, i poliziotti della Polfer, dall’ufficio, hanno sentito all’improvviso delle urla arrivare dalla banchina del binario 1 della stazione di Lambrate. Sono corsi immediatamente a vedere cosa succedeva e hanno trovato una situazione piuttosto insolita. Alcune borseggiatrici urlavano, inseguite da dei fotoreporter e dei giornalisti
“Aiuto, non voglio apparire. Sono timida”
Le due ragazze, che sono conosciute in zona proprio per l’impegno che mettono nel derubare di nascosto e con discrezione i viaggiatori, erano inseguite da una nota truppe televisiva che stava girando un servizio televisivo relativo al fenomeno del borseggio su mezzi di trasporto. Bisogna capirle, non vogliono essere filmate.
Riprendendole nel pieno del loro “lavoro”, rovinano loro completamente la piazza. Saranno riconosciute da lontano dalle potenziali vittime, se fossero trasmesse in televisione. Cosa che, si suppone, accadrà a breve.
Non solo star
Gli agenti della Polizia Ferroviaria di Lambrate hanno quindi praticamente salvato le due donne dai giornalisti e dai fotoreporter, ma nel contempo le hanno fermate e, insieme ad altre quattro altre borseggiatrici, le hanno portate nell’ufficio di polizia. Sono state identificate tramite la banca dati dello S.D.I., il servizio digitale interforze.
Si era dimenticata che doveva andare in carcere
Una delle 6 donne fermate è una 28enne bosniaca che aveva a suo carico due provvedimenti di carcerazione. Uno per diversi reati di furto aggravato e uno per violazione degli obblighi imposti dal foglio di via obbligatorio. I due provvedimenti erano emessi dalla Procura della Repubblica del tribunale di La Spezia e il cumulo di pene che deve espiare è di 7 anni, 6 mesi e 14 giorni. Quindi i poliziotti l’hanno accompagnata al carcere di destinazione. Chissà se lì hanno la televisione.
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