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Guerra Russia Ucraina. Siamo in guerra anche noi in Italia

La guerra è stata dichiarata. Questa notte intorno alle 4 del mattino i carro armati russi sono entrati in Ucraina passando dalla Crimea, altri sono posizionati al confine con la Bielorussia mentre sul fronte del Donetsk continuano i bombardamenti. Questa mattina il presidente russo Putin ha dichiarato guerra all’Ucraina in modo ufficiale. Il ministro della Difesa russo ha detto che non saranno lanciati i missili e non sarà usata la versione sulle città dell’Ucraina. Le notizie che arrivano dall’Ucraina parlano già 7 aerei che sarebbero stati abbattuti dalle forze aerospaziali russe.

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Le forze aerospaziali russe

Le forze aerospaziali russe sono un sistema di difesa antiaerea di nuova generazione che permette di intercettare missili a lunga gittata anche a 400 km di distanza. La Russia li ha posizionati a protezione di Mosca, qualche mese fa. Questo sistema di difesa permette di intercettare anche i satelliti e la presenza di questo sistema all’interno delle forze militari russe ha fatto in modo che la loro aeronautica militare prenda il nome di forza aerospaziale in quanto in grado di muoversi reagire ed attaccare anche all’esterno dell’atmosfera della terra. L’Ucraina non ha questo tipo di armamento.

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L’Italia e la guerra

L’inizio ufficiale della guerra fra Russia e Ucraina, che di fatto è fra paesi del Patto di Varsavia e la Nato, vedrà l’Italia costretta a fornire supporto alle forze Nato, anche diretto. Anche se l’Ucraina non è mai stata accettata nella Nato proprio per evitare di doversi trovare nella situazione di doverla difendere in quanto alleato del Patto Atlantico nel contrasto con la Russia, è inevitabile che gli Stati Uniti intervengano. Questa notte alle 3:30 si è già riunito il Consiglio dell’ONU.

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Il presidente Mattarella

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato una riunione del consiglio supremo di difesa a Palazzo del Quirinale. Il capo delle forze armate italiane e i loro collaboratori si ritroveranno nell’ufficio con il presidente della repubblica del pomeriggio alle 16:40 . La riunione sarà probabilmente seguita da un comunicato stampa o da una conferenza stampa. Utilizzando la logica si può già capire quale sarà il contenuto del comunicato stampa. È inevitabile che uno stato come l’Italia resti all’interno del Patto Atlantico e fornisca quindi uomini e armamenti alle forze Nato.

Cosa significa?

In realtà non significa molto. Si tratta comunque di atti dovuti in base ad un’alleanza in atto. Sappiamo però che ci creerà molti problemi. I rapporti tra Italia e Russia sono tutti di tipo economico e riguardano quasi esclusivamente le aziende del Nord Italia ma lo Stato italiano è parte della Unione Europea e della NATO e quindi sosterrà l’Ucraina contro la Russia. Ce lo ha detto anche il ministro Di Maio ieri.

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Questa è la mia opinione

La tipologia di armamento che l’Italia può fornire alla Nato non crea grossi problemi. Sono cose che non usiamo spesso e non sono particolarmente adatte ad una guerra moderna. Il problema invece riguarda gli uomini addestrati. Infatti significa che i supporti che l’esercito da all’ordine pubblico interno potrebbero diminuire Si tratta, ad esempio, dei militari che partecipano alla operazione strade sicure, piuttosto che dei Carabinieri, la cui prima funzione è quella di essere una forza militare di difesa specializzata, e che, invece, è largamente utilizzata nell’ordine pubblico interno.

Nel momento in cui siamo, con i problemi di controllo della microcriminalità e dello spaccio di stupefacenti esistenti, e con una popolazione assolutamente impreparata a supportare le forze dell’ordine, l’Italia potrebbe trovarsi in serie difficoltà a gestire contemporaneamente la partecipazione ad una guerra e a garantirsi la tranquillità all’interno. È un’opinione mia, ma molte confronti armati nel mondo sono stati persi proprio perchè chi combatteva all’esterno, non era in grado di prevenire ciò che succedeva all’interno del suo paese.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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