Ma il futuro del lavoro come potrà essere e cosa ci aspetterà?
Cara Direttrice,
Oggi abbiamo due categorie: i lavoratori cosiddetti “fissi” ed i lavoratori precari senza l’art.18. Il lavoro oggi con il problema della Pandemia, che abbiamo da più di 20 mesi, sta creando molti problemi a tutti i settori, (molti c’erano anche prima del covid).
Per questa globalizzazione che abbiamo in tutto il mondo da anni, oggi nella vecchia Europa Occidentale stiamo pagando il prezzo più alto perché non siamo stati capaci di portarci a casa il mercato interno e quindi America, Russia, Cina e altri Paesi più sviluppati di noi fanno da Padrone.
Lo vediamo sul mercato internazionale. Sul gas, sui semiconduttori per le auto. Ad esempio, l’Italia, che sta continuando a seguire una Politica Centralista sul mercato Europeo e internazionale, sta pagando un prezzo molto alto. Aziende che chiudono totalmente o che vanno all’estero penalizzando i lavoratori/trici.
Tutti ci stiamo domandando: che fare ora?
Io dico che si potrebbe incominciare a cambiare il modello di Stato e dei contratti di lavoro e renderli Federali. Facendo così si abbasserebbe, nel lungo tempo, il cuneo fiscale sulle aziende, incominciando ad arrivare al famoso 15% di tassazione che alcuni partiti sbandierano.
Bisogna paragonare il costo della vita di ogni regione e da qui con un contratto regionale o territoriale iniziare a far politica.
Se in Lombardia il PIL va bene, è giusto che lo Stato investa per cercare di fare crescere la domanda offerta-lavoro anche sulle assunzioni. Dove una Regione non riesce a fare il PIL positivo resta con quello che ha e non deve avere aiuti da altre Regioni.
Per ritornare ad assumere i Giovani, poi, bisogna ritornare ai vecchi contratti di formazione partendo prima a fare una vera formazione e poi entrare nel mercato lavoro. Mentre fa questa formazione il giovane potrebbe utilizzare l’attuale permesso di scuola, che abbiamo oggi. In caso di calo lavoro questo strumento prima di aprire la cassa integrazione, potrebbe essere utilizzato anche per formare su altre attività. Fatto il corso di formazione lavoro il giovane entra con un salario minimo.
Invece x un lavoratore maturo senza lavoro, si cerca di trovare una mansione che più gli si addice tramite il curriculum vitae lavorativo che ha, attraverso le agenzie interinali che dovrebbero diventare una sorta di ufficio collocamento gestendo anche il famoso reddito di cittadinanza. A chi rifiuta il lavoro dopo la terza volta viene tolto, come accade quando si va in naspi ancora oggi.
L’art.18 così si potrebbe estendere a tutti i lavoratori e aziende.
Visto che sono per i 59 anni e 41 di pensione, sarà un circolo virtuoso perchè entra il giovane o mezza età ed esce l’anziano, che fa molta più fatica oltre che fisicamente a stare a dietro alla tecnologia che si sta portando avanti…
Le scuole oltre alla teoria devono insegnare un lavoro, mettendo dei paletti, valutando molto la capacità lavorativa e non solo quella teorica. E dovrebbero far comprendere ai giovani che studio e lavoro sono entrambi importanti. insegnando materie più specifiche sul lavoro che vorrebbero fare dopo aver studiato. Vi consiglio un link https://www.collettiva.it/copertine/lavoro/2021/11/03/news/la_nuova_occupazione_e_precaria-1611044/
Buona giornata.
Gio. Veg.
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