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A Milano è arrivato R.F. Kennedy. Con una nota la questura di Milano ha reso noto che anche oggi c’è stata una manifestazione No green pass. Alle 15 in piazza Sempione, è iniziata una manifestazione statica, cioè senza corteo, organizzata dall’ associazione americana Children’s Health Defense Europe. Scopo: richiamare l’attenzione sulla libertà di scelta in ambito terapeutico. La questura ha comunicato che all’incontro hanno partecipato 4mila persone e vi ha partecipato anche Robert F. Kennedy jr., nipote dell’ex presidente americano e presidente dell’associazione, che è attestata su posizioni contrarie alla campagna di vaccinazione.
Kennedy è quindi un “no vax”, non un “no Green Pass”, ma forse a lui nessuno dirà nulla anche se ha completamente torto, perchè è americano, ricco, nipote di un presidente degli Stati Uniti. C’è un mondo di persone che soffrono e muoiono perchè non hanno le vaccinazioni e altri medicinali. Proprio perchè non hanno accesso ai medicinali e alle scoperte scientifiche non hanno libertà di scelta, tantomeno quella terapeutica. Non sarebbe meglio difendere la salute dei bambini, andando a informare le persone di quei paesi, in Asia, Africa, India, nelle popolose campagne della Cina?Forse si, così, una volta bene informati e dotati di medicinali potrebbero avere davvero libertà di scelta.
Anche se statica la manifestazione c’è stata e 4mila persone , anche se in piazza Sempione sono più facilmente gestibili che in piazza Duomo dovrebbe, per logica, portare almeno a qualche focolaio di covid 19. In realtà ci sono aspetti degli avvenimenti di queste ultime settimane che mi mi hanno portato a riflettere molto prima di scrivere.
E’ indubbio che chi ha partecipato alle manifestazioni No Green Pass, con la loro disorganizzazione e la mancanza del rispetto delle consuetudini, ha messo davvero a dura prova la gestione dell’ordine pubblico a Milano. Ogni sabato ai cortei non preavvisati c’erano dalle 5 mila alle 8mila persone che invadevano zone difficili da difendere e posso solo immaginare la difficoltà di prevedere turni, ferie, permessi e malattie, sempre senza sapere se il sacrificio fatto valeva la candela o se era abbastanza.
Lo sforzo fatto dalle forze dell’ordine di Milano è stato ammirevole e di altissimo livello. Fate un confronto con la crisi fra Bielorussia e Polonia (https://www.agi.it/estero/news/2021-11-10/crisi-migranti-bielorussia-tutti-contro-tutti-14509753/). Ci sono 4mila migranti che fanno pressione sul confine e la Polonia ha mandato 12mila uomini a difendere il suo confine e ci sono i bombardieri russi che sorvolano Minsk. https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Migliaia-di-migranti-al-confine-tra-Bielorussia-e-Polonia.-Varsavia-temiamo-escalation-armata-b8bb4f5b-9090-4fc1-b7eb-441b1c0fde29.html
A Milano non ci sono 12mila addetti all’ordine pubblico. Sono molti ma molti meno, ma quelli che ci sono hanno gestito la situazione delle manifestazioni, sicuramente molto più difficile di quella polacca, in modo molto più sereno. Personalmente continuo a pensare che il Green Pass, cioè rendere il certificato di vaccinazione una specie di passaporto per poter lavorare, e il muro contro muro, il pugno di ferro voluto dal governo italiano contro chi non vuole accettare questa imposizione sia bestiale. Specialmente perchè, ed è innegabile, non c’è stato momento del periodo della pandemia in cui il governo italiano non abbia combinato pasticci drammatici, di cui deve ancora chiedere scusa.
Ad esempio , si può porre l’accento ancora sui banchi a rotelle, sulle mascherine non omologate, del ritardo ( tre mesi) con cui ha preso atto della drammaticità della situazione. L’elenco dei disastri, degli sprechi e delle ingiustizie è molto lungo e non risparmia nessuno che si sia seduto su quelle poltrone romane dalle fine del 2019 ad oggi. La consapevolezza di questo avrebbe dovuto spingere a cercare soluzioni meno dure. La mia ammirazione, però, va solo a Milano. A Verona e a Trento le cose non sono andate nello stesso modo.
Articolo aggiornato il 15/11/2021 12:49