First Aid Italia. L’altra faccia della medaglia. I lavoratori sotto il tribunale
Pavia. Ieri è giunta, dalla Guardia di finanza di Pavia, la notizia di un ingente sequestro preventivo a carico della cooperativa operante nel settore dei trasporti sanitari, la First Aid One Italia, con sede legale a Pesaro e sede operativa a Bollate (Milano).
Si parla di una cifra molto vicina agli 11milioni di euro. Secondo le notizie diffuse ieri anche dalla stampa la decisione del sequestro preventivo è avvenuta all’interno di una indagine complessa che ha portato anche all’arresto di un dirigente dell’ats.
I lavoratori della First Aid davanti al tribunale
A seguito dell’iniziativa della magistratura si è peró creato il panico nei tanti dipendenti dell’azienda che ieri mattina, dopo la visita della Guardia di finanza, si sono trovati davanti al tribunale di Pavia con le ambulanze e molti cartelli. Infatti dopo il sequestro dei conti correnti rischiano di non ricevere il denaro dei loro stipendi.
Una beffa, se dovesse succedere, perchè il sequestro preventivo dei conti correnti è avvenuto in base anche all’accusa di sfruttare i lavoratori e ora, dopo che la giustizia sta facendo il suo corso, ad averne il danno maggiore sarebbero proprio i dipendenti che sarebbero stati sfruttati.
Cosa faranno? Il giudice che si sta occupando della vicenda invierà velocemente un amministratore in grado di gestire l’azienda in modo corretto e versare il giusto salario ai lavoratori? Queste sono le domande che si pongono i lavoratori.
Il tempo del Covid
Durante i lockdown per il covid19 sono saltati molti dei diritti e delle garanzie democratiche. Su aziende e lavoratori è stato scaricato tutto il peso della disorganizzazione dello Stato italiano. Fra banchi a rotelle, mascherine pagate a peso d’oro ma non conformi, e il caos, specie iniziale, con i vaccini, i furbi hanno fatto i furbi meglio di prima e gli onesti sono rimasti stritolati dal sistema che si era velocemnte instaurato.
Il risultato lo vediamo in modo chiaro ora, con l’aumento degli incidenti sul lavoro, e con queste situazioni di terrore che nascono fra le persone che si trovano ad affrontare situazioni di cui non hanno colpa. Chi ha lavorato, si è sacrificato, ed è stato esposto ai rischi della pandemia ora si trova disorientato di fronte alle conseguenze di azioni effettuate frettolosamente , credeva, per l’emergenza.
Cosa succederà e chi ne ha le responsabilità lo sapremo spero presto, ma per ora la cosa importante è che chi lavora non resti senza la sua giusta paga.
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