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Milano. Credeva di aver trovato un ottimo sistema per integrare lo stipendio e per un po’ le è andata bene. Ad una ex dirigente ATM ieri sono stati sequestrati 1 milione e 200mila euro in via preventiva per peculato.
Le indagini del nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, condotto dal capitano Laganà, sono iniziate nel 2018 dopo una querela da parte di un superiore della donna. La dirigente di ATM aveva compiti amministrativi e tecnico informatici relativi all’atm point, in particolare quello di piazza Duomo. Avendo installato un nuovo sistema informatico al posto di quello vecchio che aveva diversi bug, nel 2018 dall’azienda si erano accorti di irregolarità nella contabilità e di possibili ammanchi di denaro e hanno sporto querela.
La donna utilizzava un bug all’interno del sistema informatico, piuttosto obsoleto, di ATM che le permetteva di cancellare le operazioni di contabilità già inserite anche da altri operatori. Si trattava di un codice che una volta digitato cancellava l’operazione già inserita.
Quando gli addetti agli sportelli dell’ ATM point le consegnavano l’incasso in contanti insieme alla distinta che permetteva la contabilizzazione della vendita di pass per il parking elettronico piuttosto che di abbonamenti ai mezzi pubblici di ATM, la donna riusciva a cancellare la traccia della contabilizzazione dell’incasso e si teneva il denaro contante relativo. A quel punto non le rimaneva da fare altro che andare a casa con la borsa piena di soldi. Li versava quindi sul suo conto personale.
Le indagini hanno accertato che la donna al momento in cui stata licenziata da ATM era riuscita sottrarre circa 260mila euro. Le indagini sono peró continuate dal punto di vista finanziario e i carabinieri si sono accorti che il suo tenore di vita era cambiato sin dal 2014… mostrando una sperequazione fra le sue entrate lecite e le sue uscite.
Cosí ieri dopo aver fatto i conteggi hanno posto sotto sequestro i suoi conti correnti e la sua villa a Cernusco sul Naviglio, più alcune pertinenze. L’aveva appena fatta ristrutturare. Il valore calcolato è di circa 800mila euro. In totale il sequestro preventivo è di 1.200mila euro, compresi i 260mila euro che gli accertamenti hanno considerato come sicuramente trattenuti dalle casse di Atm.
Ora toccherà al suo avvocato trovare le prove che dimostrino se quel denaro ha una provenienza lecita. Altrimenti, i beni e il denaro sequestrati saranno restituiti ad Atm quale risarcimento per il peculato subíto.
Articolo aggiornato il 23/08/2022 01:08