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Rho. Martedì 14 settembre 2021 alle ore 21 presso il porticato del Collegio degli Oblati del Santuario dell’Addolorata di Rho è stata presentata da Giuseppe Frangi, presidente dell’associazione Giovanni Testori Onlus, la mostra “Il Cenacolo. Dalle crepe la luce”, realizzata e curata da Suor Maria Gloria Riva.
Dopo un breve ma intenso momento musicale, è stata raccontata la nascita della mostra, in occasione della festa del Santuario della Madonna Addolorata, organizzata dal Centro di Solidarietà di Rho unitamente con i Padri Oblati Missionari e le Parrocchie della città.
“Essendo milanese, attento e appassionato alla storia della propria città, è inevitabile incrociare una figura come quella di Leonardo, perché Leonardo ha segnato in maniera straordinariamente profonda il destino, il disegno, la struttura di questa città.” Inizia con questa riflessione il relatore della mostra Giuseppe Frangi.
La milanesità di Leonardo inizia nel 1482 quando arriva a Milano come ambasciatore, invitato da Lorenzo il Magnifico che non aveva una potenza militare, ma dimostrava una grande intelligenza politica, cercando di rendersela amica.
“Cercando di colonizzarla culturalmente, come dato concreto, il fiorentino diventa lingua italiana, nel momento in cui arrivano i fiorentini a Milano e dettano quella che è la nuova lingua.”
“In realtà Leonardo arriva a Milano con questo mandato, non arriva come artista, ma nella lettera di presentazione a Ludovico il Moro ci sono tutte le qualità di Leonardo, ma paradossalmente non c’è l’arte, ma con un aspetto molto concreto c’è l’architettura militare, l’ingegneria del territorio e il controllo delle acque.”
“Qui si spiega l’adesione straordinaria che avviene tra un genio smisurato e una città. Leonardo a Milano si trova a casa sua, e il suo attivismo è enorme e sconfinato, con la sua visione oltre il tempo, realizzata decenni o secoli dopo.”
Leonardo immagina una città che si espanda oltre le mura e si integri in quello che è il contesto, come è oggi la Milano città metropolitana. “La grandezza di Milano non è la città in sè, ma è l’insieme della metropoli con tutti i comuni che la circondano.”
“Il Cenacolo, di cui non si riuscirà mai a mettere due parole sicure, è un’opera che vive.” A Leonardo piaceva descrivere con precisione le cose, sia quando disegnava, sia quando scriveva, un Genio fatto di miliardi di frammenti, da vicino vediamo piccoli frammenti, in lontananza vediamo l’insieme.
“C’è un dettaglio dell’Ultima Cena di Leonardo a cui bisogna prestare molta attenzione, è il secondo gruppo di apostoli da sinistra, è lì il vero cuore della scena. Gesù ha appena annunciato che qualcuno lo sta per tradire, la tavolata è stata come colta da una scossa emotiva che rompe le fila.”
È proprio questo momento che Leonardo ferma. Giuda è l’unico personaggio in controluce. “Ne vediamo solo il profilo nell’ombra, ma basta quello per capire che ormai è caduto prigioniero della disperazione. Con una mano stringe il sacchetto dei denari. Con l’altra sta invece per prendere un pezzo di pane, disponendosi in questo modo, del tutto inconsapevolmente, al segno di riconoscimento che tra qualche istante Gesù avrebbe dato.”
<Signore, chi è?> rispose allora Gesù <E’ colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò>
La mostra “Il Cenacolo di Leonardo da Vinci: dalle crepe la luce.” Sino al 10 ottobre, presso il Porticato del Collegio degli Oblati, questi gli orari di apertura: lunedì, mercoledì, venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:00; martedì, giovedì dalle ore 9:00 alle ore 13:00 e dalle ore 16:00 alle ore 19:00; sabato e festivi dalle ore 9:30 alle ore 12:30 e dalle ore 16:00 alle ore 19:30.
Articolo aggiornato il 15/09/2021 19:51