Chi ha ucciso nonna Dele?

Ci ha ucciso nonna Dele? Primo capitolo (1)

Capitolo primo. Il funerale di Dele (2 aprile 2012, pomeriggio).
“Se proprio bisogna morire, è meglio per tutti che sia in una bella giornata agli inizi della primavera” pensò Giorgio. Con l’aiuto di Don Gianni era riuscito ad ottenere che il corpo di Dele fosse portato, la sera prima, dall’ospedale a casa, invece che direttamente in chiesa il giorno del funerale. Lì, nella villetta di Casate, era stata allestita la camera ardente per ricevere i parenti e gli amici che volevano salutare Dele per l’ultima volta. Il corteo del funerale sarebbe partito pochi minuti dopo, per raggiungere la Chiesa di San Bartolomeo e poi il cimitero del paese, dove Dele sarebbe stata seppellita nella stessa tomba di suo marito Paolo.

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Giorgio

Giorgio si guardava intorno: c’era tutta Casate e tutta San Giorgio. Per accompagnare Dele in Chiesa, la gente si era data appuntamento sulla porta della sua casa. Un attimo dopo stringeva mani ringraziando e abbracciando parenti, amici, figli degli amici, conoscenti, senza fare distinzioni e senza neppure rendersi ben conto di chi fossero. Dele era molto conosciuta, anche se alla sua età, 88 anni, aveva già seppellito la maggior parte degli amici di gioventù. Era famosa, nei due piccoli paesi della provincia di Milano, “ma non era molto amata” pensava.

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Giorgio era nello stato in cui si è subito dopo la morte di una persona cara, in cui non si prova dolore e ce ne si chiede il perché. Temeva che non avrebbe mai sofferto per la scomparsa della madre e che, invece, se ne sarebbe sentito sollevato. Era così consapevole di questo rischio e ne era così spaventato da avere un aspetto esteriore totalmente distrutto e consono al caso.

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Chiara, sua moglie, era stata perfetta. Aveva ordinato i fiori, avvisato parenti e amici, parlato con le pompe funebri, scelto le letture per la Messa, aveva messo in riga i ragazzi e impedito loro di vestirsi come se dovessero andare in discoteca. Anche se Chiara aveva tutte le ragioni per odiare la suocera, l’aveva curata fino alla fine e le aveva preparato un funerale degno di una personalità.

Il corteo funebre si avviò verso la Chiesa. Giorgio e Chiara camminavano subito dietro all’auto con il feretro, a fianco dei due figli maggiori, Jessica e Federico. Dietro di loro c’erano gli altri tre ragazzi con il gruppo dei cugini e della famiglia di Chiara.
Durante la Messa funebre Don Gianni disse delle parole confortanti. Il vecchio parroco conosceva Dele da sempre e raccontò la vita dell’anziana amica dal punto di vista da cui lui stesso l’aveva vissuto.

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Aveva celebrato il suo matrimonio con Paolo Nardi, battezzato il loro unico figlio Giorgio, e poi celebrato il triste funerale di Paolo, quando Giorgio aveva solo 10 anni. Aveva celebrato le nozze di Giorgio e Chiara e battezzato i loro 5 figli. Ora, dopo una vita intensa e dedicata agli altri, Dele aveva raggiunto chi l’aveva preceduta e si era ricongiunta con il suo amato marito Paolo, sapendo di lasciare qui una bella e serena famiglia e ogni cosa a posto.

Jessica

Jessica, seduta in Chiesa di fianco a Patrick, il suo fidanzato, ascoltava distrattamente ciò che diceva il parroco a proposito di nonna Dele. “Povera nonna, era insopportabile ma molto generosa con noi nipoti. Molto meno con la mamma. Chissà cosa succederà con la villetta di Casate. Certo, la erediterà papà, ma se la tenessimo, potrei andare a viverci, e forse allora Patrick comincerebbe a pensare a viverci insieme con me. Avremmo un posto in cui sentirci ambedue a casa”. Lo sguardo di Jessica si posò sul profilo di Patrick.

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Si sentì mancare il fiato guardando il suo naso così carino e quei capelli dai riccioli crespi. Pensava a quanto le piaceva accarezzarli. I riccioli che gli si posavano sul collo dalla pelle chiarissima avevano il potere di far crescere il suo desiderio. Sembrava quasi che la mano obbedisse a un istinto incontrollabile e si muovesse da sola verso i capelli del ragazzo. Erano in Chiesa e lei cercò, a fatica, di calmarsi. Fece scivolare la sua mano in quella di lui, e lui gliela strinse, sorridendole, ma sembrava inconsapevole dell’eccitazione che aveva suscitato.

Federico

Federico sedeva a lato di suo padre. Non ascoltava quello che il parroco stava dicendo. Stava pensando al lavoro, alla sua piccola officina che conduceva con tanta fatica. Federico si sentiva in colpa verso suo padre perché, per aiutarlo a rilevare l’officina, aveva acceso un’ipoteca sulla casa in cui loro 5 fratelli erano cresciuti e che era costata moltissimi sacrifici ai suoi genitori.

Il suo timore era sempre stato quello che l’officina non riuscisse a ripagare l’investimento e che, fallendo, avrebbe trascinato nei guai finanziari anche la sua famiglia. La nonna era sempre stata generosa con lui, ma non abbastanza da aiutarlo nell’impresa, in cui non credeva. Nonna Dele non amava aiutare i nipoti a rendersi indipendenti.
“Con l’eredità della nonna si potrà pagare l’ipoteca sulla casa, oppure si farà vendendo la villetta di Casate.” Pensava Federico.

Andrea

Suo fratello Andrea si era commosso, ascoltando don Gianni. Andrea ripensava alle giornate passate a fare ritratti della nonna mentre cucinava o cuciva. Una volta lei aveva posato per lui per un quadro che rappresentava l’interno di una chiesa e che poi era stato esposto nell’ingresso della sua scuola per moltissimi mesi.

La nonna pregava, in primo piano, inginocchiata su una panca, con lo sguardo triste rivolto al crocefisso, mentre altre persone sullo sfondo passeggiavano come se fossero dei turisti in visita. Ci aveva messo mesi a realizzare il quadro e la nonna si era divertita perfidamente a dichiarare in pubblico, e davanti a mamma Chiara, che stava posando per un quadro di suo nipote in una posa identica alla “Maya Desnuda”.

“Nonna Dele aveva un gran senso dell’umorismo. Le piaceva mettere in imbarazzo le persone, specie la mamma. Fu cattivissima a raccontare in giro che stava posando nuda per me, sottolineando come lei, nonna, potesse permettersi ancora un ritratto così, mentre la mamma no, e dichiarando che, alla fine, si trattava solo di arte. Aveva provocato uno scandalo! Però, poi, quanta gente è venuta a vedere il quadro solo per il gusto di vedere la nonna nuda e sparlare, e poi si era sentita in colpa vedendola ritratta mentre pregava in Chiesa. Ah, nonna Dele, così viva, cattiva e nel contempo generosa. Quanto mi mancherai”.

Michela e Davide

Chiara si voltò un attimo per riprendere con lo sguardo i due figli minori, i gemelli Michela e Davide, che erano nelle panche dietro alla sua, insieme alla folta schiera di cugini, e che stavano parlottando a bassa voce. Davide scosse un poco le spalle, mentre Michela abbassò un attimo lo sguardo. Avevano 15 anni e, fra i 5 figli di Chiara e Giorgio, erano quelli che avevano conosciuto meno la nonna.

L’avevano vista già anziana e malata e molto intenerita dalla coscienza di aver bisogno degli altri. Identificavano la nonna con la mancia della domenica, i regalini e qualche borbottio. Erano sempre stati i piccoli della famiglia, cui si chiedeva di avere poca responsabilità. Fare compagnia alla nonna o accompagnarla alla Messa per loro non era un sacrificio, ne tornavano sempre a casa con una ricompensa.

A Dele piaceva che l’accompagnassero perché i gemelli erano diversissimi e suscitavano curiosità. Michela era identica a sua madre Chiara quando aveva la sua età, una bella ragazza dai capelli e dagli occhi castano scuro, con la pelle un po’ ambrata, mentre Davide assomigliava al padre: biondo, riccioluto, con la pelle chiarissima ma, al contrario del padre che aveva gli occhi azzurri, quelli di Davide erano grigi.

“Guarda dall’altra parte della chiesa: c’è anche la tua ragazza” stava sussurrando Michela a suo fratello.
“Chi?” aveva risposto Davide, voltandosi preoccupato.
“L’Alessandra. Ecco una vera oca. Continua a correrti dietro, viene persino al funerale di tua nonna e tu non sai nemmeno chi è”.
“Era una brava nonna” rispose Davide cercando di cambiare discorso.

“Qualche volta le scappava qualche commentaccio. Insisteva tanto sul fatto che non ci somigliamo e continuava a dire che io sono tutto papà, mentre sei come la mamma. I vecchi sono così. Basta non starli a sentire.”
“Tu le eri simpatico. A me, invece, non mi poteva soffrire. Non era cattiva, ma era insensibile. Pensava solo ai soldi”.
Michela aveva risposto con un tono di lieve cinismo, come se volesse liberarsi del dispiacere di non essere simpatica alla nonna esprimendo un luogo comune qualsiasi.

Poi, al richiamo della madre, i suoi pensieri presero un’altra direzione, fino a che sua cugina Silvia non le diede una gomitata.
“C’è Simone. E’ seduto qui dietro, con i suoi nonni.”
A quel punto Michela abbassò lo sguardo, intimidita e imbarazzata dalle risatine delle sue due cugine diciassettenni, Silvia e Beatrice. Le guance di Michela si erano leggermente arrossate, ed era sobbalzata, trattenendo un attimo il respiro, quando Silvia aveva fatto il nome di Simone.

Chiara

Chiara Zanzoterra era consapevole che nessuno dei suoi figli voleva davvero bene alla nonna, a parte forse Andrea, per il quale Dele aveva una predilezione. Lei invece, odiava la suocera. Il suo, però, non era un odio continuo e predeterminato. La odiava solo quando restavano vicine più di due ore. I primi dieci anni di matrimonio, durante i quali avevano vissuto insieme, l’avevano semidistrutta psicologicamente. Dele l’aveva fatta sentire un’incapace, una stupida, una donna cattiva e irresponsabile, persino un po’ puttana. Sapeva bene che nessuno si sarebbe stupito scoprendo quanto aveva odiato Dele, ma era una cosa che Chiara si era tenuta dentro fin dal giorno in cui era andata ad abitare con lei, dopo il matrimonio con Giorgio. [continua…]

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Articolo aggiornato il 12/08/2021 13:49

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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Testata registrata presso il Tribunale di Milano n. 47/2020 del 3/06/2020 Direttore responsabile Ilaria Maria Preti
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