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Nella mattina del 7 luglio 2021, i Finanzieri del Comando Provinciale di Milano hanno dato esecuzione ad una ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Milano su richiesta dei Sostituti Procuratori dott. Stefano Ammendola e dott. Francesco Natale De Tommasi, che ha disposto misure cautelari personali per reati ambientali a carico di 8 persone – 5 poste agli arresti domiciliari e 3 assoggettate all’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria – nonché il sequestro di disponibilità finanziarie per complessivi 1.200.000 euro, di un impianto di recupero rifiuti ubicato in Gessate (MI) e di 4 automezzi.
L’indagine, svolta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Gorgonzola, trae origine dal sequestro risalente al dicembre 2018 di una discarica abusiva di oltre 30.000 mq sita in Cassano d’Adda (MI), ove erano state ammassate e interrate oltre 40.000 tonnellate di rifiuti, inclusi “rifiuti pericolosi”, contenenti sostanze dannose per l’ambiente e per la salute umana (frigoriferi, RAEE – “Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche” -, lamiere di ferro, etc.). Il terreno così destinato rientrava, peraltro, nell’area naturale protetta del Parco dell’Adda Nord.
Le successive investigazioni, dirette ad accertare le responsabilità ed eseguite anche con l’ausilio della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Milano – aliquota Ambiente del VI Dipartimento – consentivano, nel corso della medesima indagine e su delega della Procura del capoluogo Lombardo, di sottoporre a sequestro, nel dicembre 2019, anche un’altra discarica abusiva di 26.000 mq sita in Pioltello (MI), ove era in corso un’opera di “reinterro area per raggiungimento quota stradale” con l’illecito utilizzo di rifiuti e dove emergeva che anche nel passato erano state sotterrate grosse quantità di analoghi materiali. Sempre nella medesima attività d’indagine nel febbraio 2020 i Finanzieri sequestravano anche un impianto di recupero e di riciclo ubicato a Liscate (MI), che raccoglieva rifiuti da trasportatori non autorizzati compilando falsi formulari di identificazione per giustificare la giacenza delle masse prese in carico.
Nel sistema fraudolento, che tra il 2016 e il 2020 ha trattato oltre 800.000 tonnellate di rifiuti, sono risultate coinvolte 14 società e 28 persone tutte indagate a vario titolo, per i reati di traffico illecito di rifiuti, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, truffa, inquinamento ambientale e attività di gestione di rifiuti non autorizzata. L’attività di servizio svolta testimonia l’impegno della Guardia di Finanza a contrasto di tutte le forme di illegalità che alterano il corretto funzionamento del mercato a danno degli onesti operatori economici.
Articolo aggiornato il 26/07/2021 18:07