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A Parabiago, al centro ottico Rossini & Licciulli , che si trova al numero civico 44 della statale del Sempione,
L’annuncio della morte di Raffaella Carrà, 78 anni compiuti lo scorso 18 giugno, è stato dato da Sergio Iapino con un breve comunicato all’Ansa. “Raffaella ci ha lasciati. E’ andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre”. La notizia è stata diramata poco dopo la sua morte, avvenuta oggi alle 16.20.
Intanto che scriviamo su twitter si rincorrono i messaggi di tristezza di chi la ha conosciuta e ammirata. Per tanti Raffaella Carrà, il cui vero nome era Raffaella Maria Roberta Pelloni, rappresentava un’icona, uno stile di vita e si spettacolo. A partire dalla fine degli anni ’60 con l’avvento della televisione, prima in bianco e nero e poi, solo dagli anni ’80, a colori, Raffaella Carrà ha regalato serenità, con il ballo e con le sue canzoni.
Gli spettacoli televisivi leggeri e di successo sono stati tanti, da Canzonissima a Caramba che sorpresa, ma ci si ricorda di Raffaella Carrà anche per la sfida ai tabù degli anni ’70, ironica e divertente, con il Tuca Tuca, o interpretando canzoni solo all’apparenza semplici, come Tanti auguri”, cantata da intere generazioni senza mai passare di moda. Una canzone che da sola ha fatto di più per la liberazione sessuale della donna di tutte le manifestazioni delle femministe di quei tempi, “Tanti auguri” è un’inno all’allegria del sesso. Il suo fu il primo ombelico scoperto della tv.
Raffaella Carrà era conosciuta internazionalmente quando tutti guardavano alle star americane come le uniche che si potessero guardare. Lo scorso novembre The Guardian scriveva di lei. “Mina, a virtuoso-like mezzo-soprano; Milva, known as Milva “the Red” because of her political leanings and fiery mane, celebrated for interpretations of Brecht and Weill; Patty Pravo, an androgynous alto; and Giuni Russo, who sublimated operatic technique into pop, and had a five-octave range. Carrà outpaced them all.”
( Mina era una mezzosoprano virtuoso; Milva, detta Milva “la Rossa” per le sue inclinazioni politiche e i suoi capelli rossi, era celebrata per le sue interpretazioni di Brecht e Weill; Patty Pravo, un contralto androgino; e Giuni Russo sublimava la tecnica operistica portandola nel pop, e aveva un’estensione di voce di cinque ottave. Raffaella Carrà le ha superate tutte).
E’ difficile scrivere l’addio di un’artista così completa e simpatica. All’ultimo momento viene in mene una scenetta, un balletto di canzonissima, una canzone o una commedia brillante, oppure una triste. Raffaella Carrà aveva iniziato la carriera come attrice, ha recitato in I compagni di Mario Monicelli, ma anche nel il colonnello Von Ryan, con Frank Sinastra.
Articolo aggiornato il 05/07/2021 19:17