“Siamo state investite da una mietitrebbia. La mia amica è morta. Io sono ferita” e la telefonata si interrompe
San Giuliano Milanese. “Siamo state investite da una mietitrebbia. La mia amica è morta. Io sono ferita gravemente” Una terribile telefonata al 112 ha lanciato l’allarme. Da ieri mattina sono attivate le squadre di ricerca persone nei campi di San Giuliano Milanese per un gravissimo incidente che sarebbe avvenuto in mezzo ad un campo coltivato. Le vittime due donne arabe. Alle 320.30 è stata diramata la triste notizia del ritrovamento dei loro corpi. Son partite le indagini per capire cosa è successo.
Alle 11:30 circa di ieri, una giovane che non ha fornito le generalità ha chiamato il 112 riferendo in lingua araba di trovarsi in un campo di mais ai confini con San Donato Milanese, dove lei ed una sua amica sarebbero state investite da una mietitrebbia, precisando che, a seguito dell’investimento, la sua amica era deceduta, mentre lei era gravemente ferita. La linea telefonica si è interrotta durante la chiamata e da quel momento il numero non è stato più raggiungibile.
Le ricerche immediate
Fin da subito i Carabinieri della Compagnia di San Donato Milanese hanno avviato le ricerche, con l’ausilio degli elicotteri del 118 e del 2° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Orio al Serio, nella zona dove era stato localizzato il cellulare della donna. La geolocalizzazione dello smartphone attivata dalla chiamata del Nue112 ha posto le ragazze a San Giuliano Milanese, in via Toscana. Intanto hanno informato la Procura della Repubblica di Lodi per la localizzazione del telefono. Il telefono è ancora irraggiungibile. non è possibile quindi localizzarlo e rintracciarlo se non attraverso le analisi delle cellule telefoniche della zona.
Attivazione piano di ricerca persone scomparse
I Carabinieri hanno anche richiesto alla Prefettura di Milano l’attivazione del piano di ricerca di persone scomparse. Attualmente sono coinvolti nelle attività i Carabinieri della stazione territoriale della compagnia di San Donato e del 3° Reggimento “Lombardia”, i Vigili del Fuoco, con alcune unità cinofile, e la Protezione Civile.
Gli accertamenti investigativi effettuati hanno consentito di identificare le giovani scomparse in due donne di 32 e 28 anni di origini marocchine, i cui familiari sono stati avvisati, e di cui non era stata denunciata ancora la scomparsa.
Per quanto sia possibile che chi guida una mietitrebbia non si accorga di investire degli animali nascosti fra il grano, o verosimilmente anche delle persone, si suppone che se è passata la mietitrebbia il campo sia stato tagliato e dovrebbe quindi essere più semplice da individuare fra i campi coltivati a granturco. Cosa sarà successo alle due donne?
Aggiornamento delle 20.30
I corpi di due giovani donne sono stati trovati esamini alle 19:50 circa, in un campo di mais che costeggia la tangenziale Ovest, a San Giuliano milanese. Corrispondono alla descrizione delle due donne che si stavano cercando. Purtroppo era tardi. Toccherà ai carabinieri indagare per sapere cosa è successo, se sono state uccise davvero da una mietitrebbia, oppure da qualche altro macchinario utilizzato in agricoltura.
4 luglio 2021
E’ stato identificato dai carabinieri il bracciante agricolo che ieri sera era alla guida di un mezzo agricolo che si trovava nella zona del ritrovamento dei corpi delle due donne. L’inchiesta è territorialmente sotto la procura di Lodi, che indagherà il bracciante per omicidio come atto dovuto, a meno che le indagini sulla morte di due amiche di 28 e 31 anni, Sara El Jaafari e Hanan Nekhla, portino in altre direzioni. Sia il proprietario dell’azienda agricola che coltiva il campo sia il bracciante sono stati lungamente ascoltati dai carabinieri.
Il bracciante dice di non essersi accorto di nulla. Non è inverosimile. Non si trattava comunque di una mietitrebbia. Il mais non è ancora pronto per la mietitura. Probabilmente era un macchinario altrettanto rumoroso, che viene utilizzato con il trattore e che poteva avere dei bracci per la stesura del diserbante o dell’insetticida, oppure, una pompa per innaffiare dopo aver pescato acqua dal fosso.
Supposizioni
Sarà l’autopsia a stabilire la causa della morte delle due donne, ma dai primi accertamenti pare che si fossero accampate nel campo di mais, alto ormai 2 metri, e che avessero dormito lì dove sono stati trovati i resti dei loro giacigli. C’erano delle coperte, bottiglie di alcolici, resti di carta stagnola, del probabile stupefacente e diversi telefoni cellulari.
La tempistica dei lavori agricoli e per il fatto che il telefonino della donna che ha chiesto aiuto si è spento improvvisamente, prima che fosse possibile rintracciarne le coordinate, si potrebbe ipotizzare che le due donne siano state investite dal getto della pompa usata per pescare l’acqua dal fosso e bagnare le piante di mais.
Per arrivare in tutto il campo quelle pompe sono molto potenti e rumorose e lo smartphone bagnato avrebbe smesso di funzionare immediatamente. L’acqua corre veloce, e sotto le piante di mais si forma velocemente del fango di terra morbida e humus, che potrebbe averle soffocate velocemente.
Investite dai bracci del dissipatore dell’antiparassitario. Aggiornamento del 7 luglio
Il 7 luglio i Carabinieri hanno identificato due connazionali delle giovani che si trovavano in compagnia delle due amiche al momento dell’incidente. Si tratta di due uomini di 21 e 35 anni, Nella serata hanno rintracciato il più anziano dei due, e lo hanno portato in Procura a Lodi per essere ascoltato P.M. dott.ssa Aragno. il 35enne è stato interrogato fino a tarda sera. E’ accusato di omissione di soccorso. Sarah ha avuto una lunga agonia.
Il racconto dell’ “amico”
L’uomo ha raccontato di aver conosciuto le due donne tramite un altro connazionale, la sera di giovedì 1 luglio. Ha detto che hanno trascorso la serata e la successiva nottata a bere alcool e a drogarsi. Prima erano a casa di una conoscente. Poi si erano trasferiti nel campo di mais al confine fra Locate di Triulzi e San Giuliano Milanese, dove sono stati raggiunti da altri 2 uomini, anche loro del Marocco, ed una donna di nazionalità rumena.
Il gruppo aveva continuato a bere e consumare droga, finché, mentre i 7 si trovavano seduti a terra ad ascoltare musica, si erano improvvisamente accorti dell’arrivo dei bracci del trattore, che aveva subito travolto le due giovani, che erano sdraiate proprio dove stava passando il mezzo agricolo.. Anche il 35enne era ferito, al collo del piede sinistro. Però era riuscito a scappare e ad allontanarsi dal campo. Non era più tornato, neppure per vedere se gli altri avessero bisogno di aiuto.
9 Luglio. Il secondo “amico” si costituisce
Si è costituito oggi anche il 21enne, anche lui originario del Marocco, presente al momento dell’incidente e che non ha soccorso Sara e neppure ha fatto sapere dove si trovava. Ora si trova in carcere a San Vittore. Era già ricercato dalle forze dell’ordine, c’era a suo carico un ordine di carcerazione cautelare per fatti precedenti. Sarà interrogato dal P.M nei prossimi giorni. Le indagini proseguono per identificare anche gli altri 3 componenti del gruppo che ha abbandonato Sara El Jaafari, lasciandola morire lentamente nel campo. Si tratta di una donna romena e di altri 2 uomini del Marocco.
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