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Blessing Tunde. Uccisa dall’ex e abbandonata nel bosco di Mazzo di Rho

Nelle prime ore del mattino, i Carabinieri del Comando Provinciale di Milano hanno arrestato e e portato in carcere un ghanese di 34 anni, regolare e con un lavoro. E’ accusato di aver ucciso e derubato Blessing Tunde, la 25enne nigeriana il cui cadavere era stato trovato in un boschetto di Mazzo di Rho, lo scorso 12 maggio.

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Tutto aveva avuto inizio lo scorso 7 maggio quando una giovane amica di Blessing Tunde aveva denunciato la sua scomparsa, a Novara. Le ultime notizie avute erano del 3 maggio. E da questa denuncia che, al momento del ritrovamento del corpo di Blessing, i carabinieri sono riusciti a risalire alla sua identità e al suo domicilio. Blessing Tunde era nigeriana ma regolare. sopravviveva facendo la prostituta ai margini della strada, vicino al boschetto di Mazzo di Rho. Portava la parrucca con le trecce rosa con cui è stata ritrovata. Viveva a Novara

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I conoscenti della ragazza hanno riferito che Blessing Tunde per circa 3 mesi aveva avuto una relazione tumultuosa con un giovane del Ghana. Lui però lui era geloso, voleva controllarle il telefono cellulare, e spesso le loro discussioni finivano in violenti litigi. Pare anche che la famiglia di Blessing, specialmente il padre, non gradisse che la figlia avesse una relazione con un ghanese. Lei lo aveva lasciato da poco più di un mese e non rispondeva più alle sue tante chiamate. Fino a che, nel pomeriggio del 3 maggio, dopo le 14, lui non la ha raggiunta sul luogo in cui abitualmente si prostituiva.

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Sono le telecamere di videosorveglianza che lo testimoniano. Si vedono i 2 discutere e poi allontanarsi insieme verso il boschetto in cui lei di solito si intratteneva con i clienti. Blessing non ne uscirà più. I filmati dei giorni seguenti mostreranno la sua sedia sempre vuota, lì sulla strada, sotto la pioggia.

Il 34enne è rimasto in zona ancora qualche ora, prima di andarsene. La sera del 3 maggio, però, tornerà sul posto e prenderà il portafoglio e i due telefoni di Blessing tunde. I carabinieri, con l’analisi delle cellule telefoniche, hanno dimostrato che dalla sera del 3 maggio i telefoni di Blessing e quello del ghanese viaggeranno sempre insieme. Lui torna a Novara, dove lo troveranno i carabinieri. Nel domicilio di Blessing, in una valigia, c’erano i telefoni.

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Tra le prove che indicano la data della morte di Blessing Tunde, c’è anche la circostanza che dopo quell’incontro vicino al boschetto, le insistenti telefonate del ghanese si interrompono. Blessing sarà trovata a quasi 10 giorni dalla morte, in uno stato pietoso. L’autopsia ha stabilito che verosimilmente la morte è avvenuta per strangolamento, aveva un elastico rosa e alcune delle treccine legate intorno al collo.

Blessing Tunde. Vite ai margini

Dalla strada il corpo di Blessing Tunde non si vedeva. Può essere che altre ragazze nigeriane l’abbiano vista, ma non hanno chiamato nessuno. Il loro è un modo a parte, innestato con il nostro, ma che non si confonde. Non vogliono chiamare nessuno, non vogliono aver a che fare con le forze dell’ordine, non vanno “in cerca di rogne” neppure per permettere di trovare l’assassino di una giovane come loro. Il corpo di Blessing sarà infatti ritrovato dal padrone di un cane.

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Sin dai primi momenti delle indagini il 34enne ghanese era stato sentito come testimone. Non si era costruito un alibi. Aveva dato delle versioni del suoi spostamenti che sono state smentite facilmente. Quando lo hanno arrestato aveva un atteggiamento quasi rassegnato. L’Ordinanza di Custodia Cautelare per la custodia in carcere del 34enne ghanese è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano, su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Nota della redazione
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Cristina Garavaglia

Giornalista

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