Chiamata al vaccino Covid per l’81enne corbettese..a Bergamo e con 12h di preavviso
Il classico caso all’italiana, verrebbe da dire ascoltando la vicenda che ha visto suo malgrado protagonista l’81enne corbettese Z.A., residente in via della Repubblica. A raccontare l’accaduto è una parente della signora; signora 81enne che tra l’altro vive sola in casa e non può contare sull’immediato aiuto del figlio che abita lontano e che, conseguentemente alle limitazioni di spostamento dovute alla zona rossa, deve affrontare disagi per raggiungere la madre.
“Attorno alle 20 di sera di martedì 23 marzo, Z.A. ha ricevuto una telefonata dal personale dell’Asst di Regione Lombardia. L’addetto l’ha avvisata che la convocazione per ricevere la prima dose di vaccino per l’immunizzazione al Covid era stata fissata per mercoledì 24 marzo alle 8.32 ad Antegnate, località in provincia di Bergamo” spiega la parente dell’anziana. Ovviamente una chiamata di questo genere lascia spiazzati.
Mettetevi per un attimo nei panni dell’81enne. La stessa non aveva un appuntamento già fissato per la vaccinazione ma ha ricevuto una chiamata di convocazione con un preavviso di 12 ore e per un centro di vaccinazione lontano ben 84 chilometri (percorrendo in gran parte l’autostrada, perché altrimenti il percorso sarebbe ben più lungo). Abitando da sola, avrebbe dovuto “procurarsi” con un preavviso minimo un “autista” per raggiungere la destinazione.
“Non le è stato neppure detto che tipo di vaccino le avrebbero fatto e il timore era anche quello che se diceva di ‘no’ avrebbe perso il posto in graduatoria e sarebbe slittata a tempo indeterminato per ottenere la prima dose di vaccino” prosegue la parente. Che fare? Fortunatamente la signora non soffre di patologie particolari che impongono un monitoraggio dopo la vaccinazione, così come l’81enne non ha per fortuna allergie o intolleranze ai farmaci che implicano la scelta di un vaccino specifico e soprattutto ha potuto contare su parenti che nel giro di poco hanno sbrogliato la matassa. Questa comunque non è una scusante ma mette in evidenza tutti i limiti della (dis)organizzazione nel piano vaccinale, sia a livello lombardo che nazionale.
“Non sono stati in grado neppure di darle un numero verde o un altro recapito per avere informazioni aggiuntive o per capire come spostare la chiamata – aggiunge la parente – Ci siamo arrangiati da soli: noi e il figlio, telefonicamente. Il figlio ha ricercato e chiamato il numero verde e ha spiegato la situazione. Gli è stato risposto che l’81enne verrà ricontattata nelle prossime settimane per fissare la data e l’ora della somministrazione del vaccino e in un luogo limitrofo a Corbetta, dove vive. Speriamo che i tempi e i modi siano quelli indicati! In ogni caso è una vergogna il modo in cui si sta portando avanti il piano vaccinale!” conclude sconsolata la parente dell’anziana. Ma non è così ovunque.
In Italia, al 23 marzo 2021, le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi di vaccino contro il Covid sono solo il 4,4% e quelle che hanno ricevuto una sola dose di vaccino sono il 9,45% su una popolazione totale di 59milioni e 641.488 (donne e uomini). Nel Regno Unito ad esempio, su una popolazione totale di poco più di 68milioni di persone, al 21 marzo 2021 chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino è il 42,01% della popolazione e chi ha ricevuto entrambe le dosi è il 3,42% della popolazione. Negli Usa, su una popolazione di 127milioni e 683.362mila persone, al 21 marzo 2021 le persone che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino sono il 25,22% e due dosi sono il 13,68% (fonte tg24Sky).
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