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Cinisello Balsamo (MI). Spaccio a “Sant’Eusebio” e traffico internazionale di cocaina:
la Polizia di Stato ha smantellato un’organizzazione criminale arrestando, tra Italia e Albania, 12 persone invia cautelare. Il quartiere è al centro di un’articolata e continua battaglia per riportarlo alla civiltà e sottrarlo al dominio della malavita organizzata. Il quartiere è stato al centro della cronaca anche ultimamente ed è finito a Striscia la Notizia per il lancio di arance a Brumotti
La Polizia di Stato, sin dalle prime ore di oggi, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Milano, su richiesta del Procuratore Aggiunto dr.ssa Alessandra Dolci e del Sostituto Procuratore dr. Adriano Scudieri della Procura della Repubblica del Tribunale di Milano D.D.A., a carico di 12 persone. Si tratta di italiani e albanesi, ritenuti, alcuni, partecipi ad un’associazione per delinquere dedita alla gestione della piazza di spaccio all’interno dei “Palazzi” del quartiere Sant’Eusebio di Cinisello Balsamo e, altri al gruppo dei fornitori che importavano cocaina da spacciare dall’Olanda.
L’operazione di polizia giudiziaria, condotta dal personale della Sezione Antidroga della Squadra Mobile e coordinata dalla DDA di Milano, è la prosecuzione di pregresse operazioni di polizia giudiziaria, coordinate sempre dalla DDA di Milano, conclusosi nel 2016 e nel 2017 con l’emissione di misure cautelari che hanno avuto ad oggetto l’organizzazione criminale capeggiata da Luca Guerra, egemone nella gestione della piazza di spaccio all’interno dei “Palazzi” del quartiere Sant’Eusebio a Cinisello Balsamo.
L’arresto dell’1 aprile 2016 di Luca Guerra, che dal carcere ha continuato ad esercitare una notevole influenza, ha comportato il passaggio della dirigenza dell’organizzazione in capo a Giuseppe Sanfilippo, che ha assunto appieno la direzione delle attività illecite ed i rapporti con i fornitori, sino al suo arresto il 5 luglio 2016, per il tentato omicidio dell’albanese Marjan Prendi.
Successivamente la gestione della attività criminali è passata alla famiglia Russi, a Armando Veceloque Preseloque e a Bruno Berlingieri. L’organizzazione criminale ha dimostrato, nel corso dell’indagine, di avere una struttura solida, organizzata per favorire il commercio di droga h 24 all’interno dell’agglomerato di case popolari, tra i cortili degli stabili ricompresi nel quadrilatero tra le vie Cilea, A. Da Giussano, Risorgimento e Giolitti, costituita da diversi soggetti “impiegati” in vere e proprie “turnazioni” per lo smercio della droga, per il deposito dei proventi dello spaccio, per la custodia, il confezionamento della droga e con il ruolo di “vedette”, finalizzato a monitorare l’eventuale arrivo di persone sospette o di pattuglie delle Forze dell’Ordine.
I grandi introiti generati dallo spaccio nel quartiere, superiori ad almeno 10 mila euro giornalieri (intesa come plusvalenza derivante non solo dalla rivendita della droga, ma anche dalle spese accessorie quali il contributo ai pusher e le vedette), hanno determinato anche diversi attriti tra i vertici dell’ organizzazione, sia per la redistribuzione dei compensi, sia per la suddivisone delle quote di potere non ritenute eque, che hanno portato nel tempo anche al verificarsi di alcune aggressioni a mano armata.
Le indagini hanno permesso di individuare un altro gruppo criminale, di etnia albanese, capeggiato da Ermal Uruci, come fornitore di droga degli italiani.
Ci erano state diverse transazioni di droga concluse tra gli albanesi e gli italiani, ma il 13 novembre 2016 al valico del Monte Bianco era stato scoperto e sequestrato un carico di 8,600 kg di cocaina proveniente dall’Olanda, destinato alla piazza di Milano, con il conseguente arresto del corriere albanese.
Durante le indagini 7 persone sono state arrestate in flagranza di reato. Fra questi i protagonisti dell’organizzazione criminale italiana, e il sequestrati circa 10 kg. di cocaina. Nei confronti di due degli albanesi destinatari della misura cautelare, in quanto dimoranti in Albania, sono state autorizzate le ricerche internazionali.
Grazie alla collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e dell’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza a Tirana della Direzione Centrale della Polizia Criminale, la Polizia Albanese (Dipartimento Polizia Criminale e Interpol Tirana), contemporaneamente agli arresti Italia, ha rintracciato i due albanesi e li ha arrestati, in attesa dell’estradizione in Italia. Contemporaneamente agli arresti sono state eseguite numerose perquisizioni delegate dall’Autorità Giudiziaria sia nei confronti degli arrestati sia nei confronti di persone loro legate in diversi modi.
Articolo aggiornato il 16/03/2021 16:20