I segreti della banda del bancomat L’ultimo colpo a Vanzaghello (video)
Quello di Vanzaghello è stato l’ultimo colpo della banda del bancomat, i bancomattari bolognesi. Era il 16 ottobre. La settimana prima, il 10 ottobre, la stessa banda, a Parabiago, aveva tentato di investire i carabinieri che li avevano sopresi in flagranza, dopo che si erano persi il bancomat per strada. Uno dei carabinieri aveva sparato al motore dell’auto e il colpo aveva ferito di striscio uno dei componenti della banda che era al posto di guida. Gli altri lo avevano abbandonato ed erano scappati a piedi.
I carabinieri
Da tempo le indagini sui bancomattari bolognesi sono affidate alle varie compagnie dei carabinieri del comando provinciale di Milano che, anche grazie alla capillare distribuzione della forze militari nelle province non hanno perso di vista neppure per un momento la banda e hanno arrestato i 4 colpevoli la sera stessa del colpo di Vanzaghello a Cernusco sul Naviglio, mentre rientravano in un box. La refurtiva è stata completamente recuperata.
Sui bancomattari bolognesi si sapeva praticamente tutto, rimaneva solo la difficoltà di individuare le precise responsabilità personali di ognuno dei componenti del grande nucleo familiare che si è insediato da tempo al quartiere Pilastro di Bologna.
Le indagini partono da gennaio 2019
L’inizio ufficiale delle indagini è del gennaio 2019, sono state coordinate dal Procuratore Aggiunto dott.ssa Laura Pedio e dirette dal Sostituto Procuratore dott. Leonardo Lesti, e hanno consentito al Nucleo Investigativo di Milano di individuare il sodalizio. In questi 2 anni i carabinieri hanno individuato i ruoli ed i compiti di ogni singolo associato della banda.
C’era chi si occupava della scelta degli obiettivi e dei sopralluoghi, chi preparava la composizione dei gruppi che dovevano andare in trasferta, chi si occupava della raccolta del denaro per le spese comuni, poi l’esperto della predisposizione di reti “citofoniche” di cellulari (telefoni anonimi utilizzati con un solo numero di telefono), chi del reperimento di autovetture per gli spostamenti “taxi” (con macchine regolari) e per gli assalti “frecce” (con auto rubate lanciate ad altissima velocità) e dei relativi box dove nasconderle e chi confezionava gli ordigni esplosivi, le“marmotte”.
73 colpi e un bottino di quasi 4 milioni di euro
Oltre ai due assalti in in cui sono stati colti in flagranza i carabinieri hanno attribuito alla banda 73 assalti, tra tentati e consumati, tra febbraio 2017 e aprile 2019 in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Lazio. Il bottino è stato di quasi 4 milioni di euro. Quello dei carabinieri è stato un certosino lavoro di investigazione e di raccolta delle prove.
Alle volte ci si dimentica, e non bisognerebbe farlo, che le forze dell’ordine non intervengono solo nel caso dell’emergenza, ma che le indagini e la ricostruzione dei fatti può durare anni, come in questo caso. Non è detto che in futuro altri sviluppi portino all’arresto di altri componenti della banda e che non riescano a trovare le prove per attribuire alla banda altri colpi ai bancomat.
Di alcuni assalti avevamo parlato. Il 22 febbraio 2019 era saltato il bancomat BPM di Casorezzo, poi i bancomattari avevano raggiunto Novara, dove avevano fatto saltare un altro bancomat e e poi un terzo a Vergiate, in provincia di Varese. Ma i casi sono stati tanti. Nel novembre del 2016 ad Arluno, il 22 novembre 2018 a Marcallo con Casone, a Binasco il 10 marzo 2019 , il 23 aprile 2019 a Solaro e poi a Lusiago, dove alcuni furono catturati, il 18 maggio 2019 a Settimo Milanese, il 25 luglio 2019 a Bareggio, il 24 febbraio 2020 a Boffalora sul Ticino. Poi Parabiago e poi l’ultimo a Vanzaghello.
Gli arresti
Gli arresti sono parecchi. I primi 5 li avevano arrestati nell’ aprile del 2019 dopo che a avevano fatto saltare i bancomat di Solaro (Mi) e di Lusiago (Co). Furono presi a Lusiago un attimo dopo aver fatto saltare il bancomat. Questa mattina altri 10 arresti cui si è arrivati grazie all’azione del nucleo investigativo della Carabinieri del Comando Provinciale di Milano. 5sono ai domiciliari e altri 5 sono in carcere.
Un arresto è stato eseguito in Spagna grazie alla cooperazione internazionale di polizia attivata attraverso la Direzione della Divisione S.I.Re.N.E.. Gli investigatori del Grupo de Localización de Fugitivos del Cuerpo Nacional de Policía spagnolo hanno arrestato uno dei capi organizzatori della batteria a Benidorm, una nota località balneare della Costa Blanca, dove si era trasferito da circa un anno aprendo un ristorante di cucina italiana.
A questi arresti di oggi va aggiunto anche quello di Parabiago e quelli avvenuti a Cernusco sul Naviglio dopo il colpo a Vanzaghello.
Le accuse e il sequestro dei beni
I 10 arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di furti di denaro contante presso gli sportelli ATM di istituti di credito su tutto il territorio nazionale mediante assalto con miscela esplosiva, riciclaggio ed altro. Contestualmente, i carabinieri hanno dato eseguito il decreto di sequestro preventivo di 2 immobili e di 1 box, ubicati in provincia di Bologna, del valore complessivo di circa 1 milione di euro.
A questi beni sequestrati vanno aggiunti quelli già sequestrati nei mesi scorsi sequestrando complessivamente 4 box nell’hinterland milanese, 6 autovetture, 80 “marmotte”, delle quali 15 già innescate, vario materiale elettronico (radio portatili, navigatori satellitari, centraline d’allarme installate nei garage, schede telefoniche e telefoni cellulari), abbigliamento utilizzato per il travisamento e la somma contante di oltre 90 mila euro.
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