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Twitter censura Libero, il giornale fondato da Vittorio Feltri, limitandone la possibilità di essere letto, e Facebook censura me, accusando il nostro giornale (registrato) di essere spam. Noi siamo meno conosciuti di Libero. Riusciremo a farci sentire lo stesso?
Ogni italiano negli ultimi tempi, per ragioni diverse, o per una parte o l’altra, ha esclamato “ma in che mani siamo?” Non perderemo ma l’abitudine di darci del deficiente o dell’incompetente l’uno l’altro ma dato che lo sappiamo, in genere sappiamo anche fare la tara a queste esclamazioni. Questa volta sono però davvero preoccupata. Oggi la risposta “ma in che mani siamo?” è diventata mondiale.
Siamo nelle mani di Twitter e di Facebook che, con la scusa che sono una piattaforma privata su cui si riversa a leggere tutto il mondo, pretendono di comandare e di decidere chi altri può essere letto e chi no. Fino a qualche mese fa quando Facebook mi bloccava la possibilità di condividere gli articoli di Co Notizie, mi facevo una risata.
“Sono proprio una spammatrice folle”, mi dicevo dall’alto della ventina di condivisioni sul social network che riuscivo a fare in una giornata. Ora però non rido più. Non si può impedire la diffusione libera di articoli o giornali registrati con la scusa che sono spam. O la gente li legge o non li legge. ma limitarne la diffusione ( che poi è già limitata da sola per la mancanza cronica di denaro e di tempo) non è democraticamente accettabile. Anche quando riconoscono di avere torto, fanno danni comunque.
Nel caso seguente Facebook ci ha messo 3 mesi per stabilire che un post cancellato non era spam, e per tutto il tempo di attesa mi avevano sospeso la possibilità di condividere post e articoli.
Le mie condivisioni, che ci siano o meno, non pongono problemi di diffusione di Co Notizie. Non ci sono solo io, che li condivido, però trovo inaccettabile che Facebook, senza nessuna spiegazione, abbia limitato la mia possibilità di essere letta e abbia così anche limitato la possibilità dei lettori di informarsi liberamente.
Poi assaltano il Campidoglio, Capitol Hill, bannano il presidente degli Stati Uniti in carica Donald Trump da twitter, da Facebook e da tutte le piattaforme social, cancellano il social Parler e, passando da questa parte dell’oceano Atlantico, Twitter limita l’account di Libero e per attività sospette. Sospette di che cosa? E’ una testata giornalistica. Il giornalismo è sospetto per i social media? Twitter ha fatto a Libero la stessa cosa che ha fatto a Donald Trump?
Nelle ultime ore però pare che Twitter sia tornato sui suoi passi e abbia deciso di liberare libero dalla censura. Per ora. Però il problema rimane. Siamo nelle mani di Twitter e Facebook che decidono chi e cosa può essere liberamente letto a suo insindacabile ( perchè nei fatti è insindacabile) giudizio. Cioè, in questo mondo, comandano loro?
Articolo aggiornato il 12/01/2021 19:54