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La siccità mette a rischio le produzioni agricole e l’ecosistema delle zone del Ticino

La siccità nei mesi estivi lungo le terre di scorrimento del fiume Ticino è ormai un fenomeno cronico e da anni il Parco della valle del Ticino segnala la necessità di conservare più acqua nel Lago Maggiore per poterla utilizzare proprio in periodi come questi o comunque di siccità. Si ricorda anche che l’ecosistema di queste terre è patrimonio dell’Unesco. L’ideale, fa sapere il Parco, sarebbe mantenere il livello dell’acqua a + 1,50 metri tutto l’anno, per poi utilizzarla nei momenti critici che oramai si ripetono annualmente.

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. La siccità mette a rischio le produzioni agricole e l'ecosistema delle zone del Ticino - 27/08/2020
Siccità nel Ticino in località Pavia

Un tavolo tecnico

E’ così stata chiesta la convocazione urgente del tavolo tecnico, dato che oltre all’aspetto ecologico-naturalistico, in gioco c’è quello economico essendo attive sul territorio considerato circa 7 mila aziende agricole.

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Il tavolo tecnico servirà per valutare l’andamento stagionale e conseguentemente le azioni da intraprendere per assumere le decisioni necessarie a mitigare gli effetti in presenza di situazioni come quella attuale, anche mettendo in atto altre misure che permettano di aumentare le riserve idriche, ragionando a livello di bacino.

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Parola al Parco del Ticino

“L’attuale situazione era prevedibile – spiega il direttore del Parco del Ticino, Claudio Peja – Pur cadendo la stessa quantità d’acqua annuale, la stagione delle piogge si è spostata in autunno, portando a prolungati periodi siccitosi in primavera/estate. Alla luce di ciò è necessario ridiscutere la gestione delle acque dando priorità all’interesse pubblico.

A giugno, il Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del fiume Po, ha autorizzato di diminuire il livello di accumulo del Lago Maggiore da 1,35 metri a 1,25 metri, perdendo quella capacità di riserva che oggi sarebbe tornata molto utile.

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I rischi di eventi alluvionali, non si verificano in maniera significativa da diversi anni e comunque sono prevedibili avendo dati meteo che li anticipano di 72 ore. Per contro, i lunghi periodi siccitosi degli ultimi anni, stanno provocando ingenti danni agli elementi che compongono la biodiversità e a tutte le attività, in particolare quelle agricole, con danni al suolo che per essere recuperati necessitano di periodi lunghi diversi anni”.

“Questo atteggiamento di non consentire la massima riserva di acqua nel lago Maggiore, tra l’altro a costo zero, va assolutamente cambiato” aggiunge il consigliere Massimo Braghieri.

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Un rimedio ai cambiamenti climatici

La presenza di superfici d’acqua svolge un effetto importante sulla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici. L’acqua rilasciata senza necessità scorre verso valle senza alcun beneficio e quindi non potrà essere utilizzata nei momenti come quello che stiamo vivendo.

L’invito del Parco è pertanto a riflettere: ecosistemi complessi (patrimonio dell’Unesco), l’attività agricola dell’area più importante d’Italia, mantenere il livello del lago Maggiore basso obbliga l’Ente regolatore a continue manovre che hanno effetti negativi a valle non solo sotto l’aspetto ambientale ma anche di sicurezza e stabilità delle sponde.

Nota della redazione
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Cristina Garavaglia

Giornalista

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