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Duomo di Milano. Un egiziano prende in ostaggio guardia giurata (video)

Milano. Alle 13.00 di oggi grosso problema nel Duomo di Milano. Un giovane egiziano di 26 anni è entrato nel Duomo di Milano prendendo in ostaggio una delle guardie giurate che sorvegliano l’ingresso, minacciandola con un coltello e facendola mettere in ginocchio. Immediato l’intervento della polizia di stato e di un funzionario donna del commissariato centro, dopo un’opera di mediazione, insieme ad alcuni agenti delle voltanti giunte, sul posto hanno bloccato e disarmato l’uomo. Ecco il video fornito dalla Polizia di Stato di quanto successo, registrato grazie alle bodycam indossate dagli agenti.

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Sono in corso gli accertamenti sulle sue motivazioni ma dal video già si capisce che non è stato un attentato di tipo islamico. Sul posto, in missione di prevenzione, anche auto mediche e ambulanze dei soccorritori del 118. A fine operazione, che è durata poco più di una decina di minuti, hanno soccorso la guardia giurata dopo l’aggressione, ma questa ha poi rifiutato il trasporto in ospedale. Il 26enne egiziano è stato posto sotto arresto dalla polizia di Stato e accusato di sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale.

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duomo di milano. Duomo di Milano. Un egiziano prende in ostaggio guardia giurata (video) - 12/08/2020

Il giovane, che si chiama Cristiano e quindi si può immaginare faccia parte della comunità di cristiani copti, aveva un permesso di soggiorno di lungo periodo rilasciato dalla questura di un’altra provincia, e ha un precedente di polizia per un furto risalente al 2016.

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Poco prima di entrare nel Duomo di Milano era stato era stato sottoposto ad un normale controllo di polizia da parte di una pattuglia di poliziotti del commissariato di zona. Poi è andato verso la Cattedrale e ha forzato il varco della sicurezza dell’ingresso centrale, che in quel momento era controllato da una guardia giurata. Il giovane, per entrare e farsi strada, la ha strattonata. Una volta entrato all’interno del Duomo di Milano il ragazzo è stato è stato intercettato da una seconda guardia giurata, che però ha avuto la peggio. Dopo aver tentato di bloccarlo, è stata presa in ostaggio sotto la minaccia di un coltello.

A seguito dell’allarme dato immediatamente alla Centrale Operativa della Questura, sul posto sono intervenuti il funzionario di turno delle Volanti con più equipaggi, il Vice Dirigente del Commissariato di polizia Centro con personale in borghese e poliziotti del 3° Reparto Mobile di Milano in servizio di pronto impiego in Piazza Duomo.

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Nel Duomo di Milano

Aggressione nel Duomo di Milano

Gli agenti intervenuti hanno subito tentato di convincere il giovane egiziano a lasciare andare la guardia giurata e a posare il coltello, tentando di scongiurare i rischio che succedesse qualcosa di più grave. Alcuni poliziotti hanno posato le armi a terra cercando di distrarlo e tranquillizzarlo, chiamandolo per nome e promettendogli che lo avrebbero aiutato a recuperare la sua stanza. Quando si è distratto, altri agenti sono intervenuti
immobilizzandolo e togliendogli il coltello. L’uomo è stato poi accompagnato in Questura ed è stato arrestato per sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale.

Per il primo intervento ha proceduto l’Ufficio Prevenzione Generale unitamente ai colleghi del Commissariato Centro e del Terzo Reparto Mobile. Ora sono in corso delle indagini della Digos di Milano, sotto la direzione del procuratore Aggiunto Alberto Nobili, Coordinatore della Sezione Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Milano.

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Di sicuro non è un attentato islamico, forse nemmeno un attentato, ma forse una troppo forte reazione alla paura

Sono mie riflessioni. Mi fa sempre molta impressione vedere il Duomo di Milano sotto sorveglianza armata, con i soldati schierati alle porte e mi dispiace non sentirmi libera come un tempo di entrare in Duomo a pregare quando ci passo davanti. Vederlo così mi fa un effetto Beirut anni settanta, ma mi sono sempre detta che era necessario visti i tempi. Leggendo fra le righe di quanto è successo oggi si capisce subito che un uomo egiziano che si chiama Cristiano non è mussulmano ma un cristiano copto.

In Egitto sono maltrattati, vessati, torturati e uccisi dai mussulmani. Non è difficile quindi pensare che quando la seconda guardia giurata si è avvicinata a lui abbia scambiato il gesto per un atto pericoloso e abbia reagito di conseguenza, trovandosi poi senza sapere cosa fare.

La paura che i cristiani copti si sono portati dietro dall’Egitto e che non è ancora passata

Lo avevo già raccontato un’altra volta. A Milano i cristiani copti hanno paura degli egiziani islamici. Se fanno i muratori e il capomastro è islamico, i cristiani sono pagati la metà, quando vengono pagati, dopo aver lavorato. Si, questo succede a Milano. Lo stesso succede nelle pizzerie dove fanno i cuochi. Egiziano islamico pagato 10, egiziano copto pagato 5, forse 5.

I cristiani copti sono riconoscibilissimi. Hanno una croce greca tatuata sul polso. La tengono lì e si comportano come i primi cristiani. Sono poveri e arrivano da zone poverissime. Non sono delinquenti e molto raramente sono spacciatori, però non vogliono avere problemi, quindi stanno zitti anche quando dovrebbero denunciare. Per loro avere una stanza in affitto, magari in condivisione con altri, è un salto di classe sociale perchè hanno un posto da cui non li manderà via nessuno. Forse. Perchè perdere un lavoro in nero, o non trovarlo per qualche giorno, significa perdere il diritto alla camera.Dietro alla storia di Cristiano potrebbe nascondersi una storia di paura?

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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