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È di oggi la notizia che il New York Times l’importante giornale Statunitense con sede nell’omonima città, ha superato gli introiti provenienti dalla tiratura in carta stampata, con quelli provenienti dalle copie vendute in digitale.
Il quotidiano newyorchese, ha infatti aggiunto 669 mila abbonamenti via web agli abbonamenti già esistenti riguardanti la versione stampata.
Sulle stesse pagine digitali del periodico, si legge che nonostante la pandemia abbia causato perdite economiche consistenti sia per la versione su carta stampata sia per la versione digitale riguardanti le inserzioni pubblicitarie, nel settore digitale si è verificato un aumento di vendite di abbonamenti tale da raggiungere i 6,5 milioni di iscritti totali, di cui 5,7 milioni sono unicamente iscrizioni alla versione digitale del quotidiano.
Nonostante la redazione abbia dovuto lavorare in remoto, ovvero da casa, il N.Y.T. ha raggiunto un gettito di 185 milioni di dollari dalle iscrizioni in digitale e annunci pubblicitari, mentre, le entrate provenienti dalla versione su carta stampata è stata di 175,4 milioni di dollari.
Questo è un ottimo segno, che lascia ben sperare nel fatto che per il 2025 si possa raggiungere il traguardo prefissato di 10 milioni di abbonamenti in totale.
Mark Thompson, il capo esecutivo del quotidiano, ha dichiarato che il sorpasso da parte degli introiti digitali rispetto agli introiti della carta stampata è una pietra miliare per la trasformazione del New York Times.
Attrarre iscritti disposti a pagare per dei contenuti online, è un obbiettivo che praticamente tutte le aziende che operano nel business delle notizie cercano di raggiungere.
Il giornale ha iniziato a caricare contenuti on-line nel 2011, quando chiedere ai lettori di pagare per dei contenuti digitali era ancora considerato un forte fattore di rischio.
Thompson, ha anche dichiarato: “abbiamo provato che è possibile creare un circolo virtuoso, in cui generosi investimenti nel giornalismo di alta qualità porta ad un profondo coinvolgimento dell’audience, che a sua volta , porta ad una crescita di introiti e ulteriore capacità di investimento”.
In giugno, Il N.Y.T. ha dovuto licenziare 68 dipendenti, molti dei quali nel settore degli annunci pubblicitari, inclusi quelli che lavoravano nell’agenzia “Fake Love” di proprietà del giornale, Agenzia, che è stata definitivamente chiusa.
“Naturalmente non ci aspettiamo che il picco di crescita di abbonamenti in digitale, dovuto alla pandemia duri per sempre, ma sappiamo anche che stiamo entrando nel periodo elettorale per le presidenziali degli Stati Uniti” ha dichiarato ancora Thompson.
Il mondo dell’editoria, è anche da noi in una fase di totale rivoluzione. Come negli USA, argomenti come il coronavirus e argomenti collegati ad esso sono sempre in prima pagina, relegando avvenimenti anche importanti alla seconda pagina o alle pagine interne. Questo avviene anche nel mondo dell’informazione digitale, dove la pandemia ottiene dall’80% al 90% dell’interesse pubblico, seguito dagli episodi di politica interna e poi dalla cronaca. In questo frangente, gli investitori, già segnati dalla crisi economica derivante da questo nefasto periodo, preferiscono non investire in pubblicità temendo che un accostamento di fatti così poco piacevoli al loro prodotto, possa danneggiare l’immagine dei loro prodotti.
Questa fase però non durerà per sempre, e i cambiamenti che oggi creano ulteriore perdita di posti di lavoro e di introiti, tra qualche mense potranno trasformarsi come già succede per alcuni, in considerevoli occasioni di crescita.
Articolo aggiornato il 06/08/2020 11:31