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Potrebbe essere possibile in un prossimo futuro, individuare quello che in gergo si chiama Wormhole.
Teorizzato inizialmente dal fisico Ludwig Flamm nel 1916. Questo fenomeno noto anche come Ponte di Einstein-Rosen, è uno dei maggiori protagonisti dei film di fantascienza, in quanto, teoricamente, sarebbe possibile attraversando un wormhole, raggiungere luoghi lontanissimi dal nostro sistema solare, senza violare le leggi della fisica, che prevedono che non si possa viaggiare ad una velocità maggiore rispetto a quella della luce. Sarebbe inoltre possibile persino, secondo alcuni, viaggiare nel tempo.
Secondo la teoria della relatività di Albert Einstein, la curvatura dello spazio che provoca quello che noi conosciamo come forza di gravità, a determinate intensità arriverebbe a piegare lo spazio a tal punto da creare un tunnel spaziale in grado di unire due punti distantissimi tra loro.
Fino a poco tempo fa avevamo solo prove indirette dell’esistenza dei buchi neri. Sono state osservate solo orbite molto eccentriche di stelle che ruotavano attorno a qualcosa di invisibile, e alcuni raggi gamma, prodotti dal disco di accrescimento di un buco nero.
Ma la prima prova diretta dell’esistenza dei Buchi Neri l’abbiamo avuta quando nel 2015 dal team dell’esperimento Ligo, in California e il team dell’esperimento Virgo, che si trova in Italia, Santo stefano a Macerata, in provincia di Pisa, le onde gravitazionali sono state per la prima volta inconfutabilmente rilevate. La notizia di tale scoperta fu però data solo l’anno seguente, nel 2016. Nel 2019 invece, dopo un intensissimo lavoro, del team dell’esperimento “Event Horizon Telescope“e per la prima volta fu scattata una foto di un buco nero.
Le onde gravitazionali, si formano quando due masse molto grandi, come ad esempio due Buchi Neri, si fondono tra loro. I due strumenti, Virgo e Ligo, riescono a registrare un impercettibile “stiramento” del tessuto dello spazio-tempo, quando vengono raggiunti da un’onda gravitazionale prodotta da tale fusione.
Ora, secondo alcuni scienziati, un buco nero in grado di produrre un wormhole, produrrebbe delle onde gravitazionali a spirale, potenzialmente identificabili dai due laboratori. Queste onde gravitazionali sarebbero una sorta di firma del whormhole.
Di fatto, un buco nero piega lo spazio tempo in un determinato modo. Se si creasse un wormhole da un buco nero, questi genererebbe una forma di onda gravitazionale deformante lo spazio tempo molto strana, l’onda infatti dovrebbe attivarsi e disattivarsi ogni volta che il buco nero passa attraverso il wormhole.
Al momento questo fenomeno è solo pura teoria, ma qualche anno fa erano una teoria anche i Buchi Neri, mentre oggi siamo persino in grado di fotografarli.
Lo studio, presente sul sito americano Arxiv.gov e condotto da James B. Dent, William E. Gabella, Kelly Holley-Bockelmann, and Thomas W. Kephart, è un “paper” introduttivo di sei pagine, dal titolo “The Sound of Clearing the Throat: Gravitational Waves from a Black Hole Orbiting in a Wormhole Geometry” in italiano, “Il suono quando si ci schiarisce la gola: Onde gravitazionali provenienti da un Buco Nero orbitante in una geometria a ponte di Einstein-Rosen”, spiega come sia possibile in teoria riconoscere diversi oggetti “esotici” nello spazio profondo attraverso il diverso comportamento delle onde gravitazionali generate da un sistema BH-WH (buco nero-wormhole). Un buco nero potrebbe infatti emergere e “affondare” ripetutamente da un punto dell’universo all’altro, passando ogni volta attraverso la stretta gola del wormhole, creando onde gravitazionali anomale a forma di spirale e facilmente distinguibili dalle più comuni onde gravitazionali. Sono state inoltre teorizzate molte altre interazioni di onde gravitazionali BH-WH, oltre alle già dimostrate interazioni che generano onde gravitazionali tra BH-BH, BH-NS (stella di neutroni) e NS-NS. Le diverse deformazioni, come ad esempio un buco nero che ruota attorno ad un wormhole e altri possibili scenari genererebbero infatti altre tipologie di onde gravitazionali anomale.
Se volete verificare voi stessi il PDF dello studio in questione è qui scaricabile.
L’eventuale scoperta di un Wormhole, rivoluzionerebbe tutto il mondo della fisica. Infatti pur essendo possibile teoricamente, la maggior parte dei fisici teorici ritiene che sia altamente improbabile che possano esistere nella realtà. Avendo un modello da studiare, si potrebbero verificare tutte le teorie sui WH, compreso il fatto che vi si possa passare attraverso indenni per raggiungere zone remote dell’universo.
Virgo e Ligo, e gli strumenti per il rilevamento delle onde gravitazionali, hanno ancora moltissimo lavoro da fare, nel frattempo noi possiamo solo sperare che un giorno, la fisica e la tecnologia ci possano permettere di sfruttare le conoscenze acquisite grazie a questi due strumenti, per poter viaggiare ovunque nell’universo.
Articolo aggiornato il 01/08/2020 09:02