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Voghera. Il giudice del tribunale dei minori ha deciso il destino di Allegra. Dovrà andare in etero affido, cioè è stabilito il suo affidamento etero familiare. Allegra è il nome di fantasia della bimba che era stata tolta ai genitori per maltrattamenti e ricoverata in una comunità e che, mentre i genitori venivano assolti nel processo penale, nella comunità in cui avrebbe dovuto ritrovare la felicità era diventata invece così magra da far pensare fosse diventata anoressica e a cui mettevano vestiti che non erano i suoi.
In questi mesi di Covid 19 è successo di tutto. Non ve lo racconto tutto insieme. Lo farò nelle prossime settimane.
Vi anticipo solo che ho visto cose che fanno dubitare ancora di più dei sistemi dei servizi sociali in tema di affido e comunità. Una Bibbiano in Lombardia? Eh, il dubbio è forte, ma forse si tratta di gente che ha perso il senso della misura, o che ha commesso molti errori e ora tenta di uscirne tentando di costruire teorie che poggiano i piedi “su una spiaggia di sabbia durante un terremoto”.
Il giudice del tribunale dei minori di Milano, cui è stato affidato il caso, ha emesso il decreto conclusivo e ha disposto per Allegra l’ affido etero familiare. Si dice così quando un bambino è affidato ad una famiglia che deve occuparsi del riavvicinamento con la famiglia naturale. In realtà Allegra vuol solo tornare a casa dai suoi genitori, lo aveva chiesto a Babbo Natale, lo aveva chiesto anche dopo e non c’era motivo per non accontentarla, però non è successo.
Ho nelle mani il decreto del giudice con le sue conclusioni e anche una serie di documentazioni originali. Dice, facendone un sunto, che siccome la mamma e il papà di Allegra sono molto arrabbiati per quanto la giustizia e i servizi sociali hanno fatto a loro e ad Allegra, siccome i genitori denunciano regolarmente alla giustizia quanto succede (cioè lottano fino all’incredibile per non essere separati dalla loro figlia) e siccome Allegra fa resistenza nell’allontanarsi dall’affetto per i suoi genitori ed è leale nei loro confronti (insomma li ama) allora i genitori sono psicologicamente ammalati e la bambina frammentata.
Vi sono passaggi, in quel decreto, che mi hanno fatto paura. Mi sono detta che per fortuna i miei figli sono maggiorenni, altrimenti avrei davvero avuto paura anche io a raccontare la storia di Allegra e questi genitori. Mi è venuta voglia di pubblicarlo, nella sua interezza, e in tutte le sue numerose contraddizioni, ma quel decreto ha bisogno di un commento frase per frase. Va letto e spiegato con calma. Lo farò, fra qualche giorno, dopo l’incontro dei genitori con gli assistenti sociali.
In ogni passaggio della storia di Allegra sin dallo scorso agosto, e per ogni fatto che è successo, ho chiesto spiegazioni ai servizi sociali e, ho offerto di dare la loro versione. Ho anche tentato (facendo il mio lavoro) di far loro dire qualcosa in più, di prenderli in castagna, magari un “ma non è vero!” che mi avrebbe convinto di una loro “sincerità” che mi avrebbe portato a trattare i fatti in un altro modo. Insomma, non mi sono basata solo sulla versione dei genitori.
Dal sistema dei servizi sociali ho ottenuto in parte collaborazione. Alcune volte risposte con frasi stringatissime e troppo ponderate, alcune volte al limite della logica altre tipici di chi è sulla difensiva. Altre volte si è riusciti, in questi mesi, proprio continuando a parlare con il sistema dei servizi sociali, a impedire che alcune mancanze della comunità in cui è ricoverata Allegra ( telefonate saltate, appuntamenti sbagliati e altre cose), si trasformassero in relazioni negative per i genitori. fate uan ricerca su Co notizie con il nome di Allegra.
Diciamo che quando i Servizi sociali parlano di spazi inquinati, quando sbagliano gli appuntamenti, quando scrivono certe relazioni, non hanno una Ctu sul collo che li analizza e dà loro dei matti se si arrabbiano o degli “impermeabili” se si battono mantenendo la calma di fronte all’ingiustizia e al danno.
C’è un passaggio del decreto che è interessante. Dopo aver sostenuto per diverse pagine che la mamma di Allegra si lascia dominare dalla rabbia e dall’aggressività e per questo non è una buona mamma, dicono che è diventata impermeabile a ciò che le si dice e le si fà. Cioè, riesce a mantenere la calma di fronte alle ingiustizie. Insomma, ti arrabbi perchè ti hanno portato via i figli? Sei una cattiva madre perchè mostri rabbia e sei convinta di aver subito delle ingiustizie.
Mantieni calma e self control di fronte a chi sta tentando di farti arrabbiare per poter scrivere in una relazione che sei una cattiva madre? Allora sei una cattiva madre perchè sei diventata impermeabile alle provocazioni.
Negli ultimi 2 anni e mezzo, a causa del processo per maltrattamenti da cui sono poi stati assolti, i genitori di Allegra hanno perso la loro attività economica. Per un anno, in attesa del processo sono rimasti agli arresti cautelari domiciliari. La lotta giuridica per non perdere la patria podestà e riportare a casa Allegra, i primo decreto firmato dal giudice Brambilla prevedeva l’adottabilità, ha dissanguato economicamente sia loro sia i parenti che li hanno aiutati.
Pareri legali, ricorsi, denunce, la stessa difesa in tribunale, ha costi esorbitanti. Il gratuito patrocinio è dato solo a chi non ha più nulla e prevede solo da difesa in udienza, non tutta la sere di atti costosissimi che devono essere eseguiti per potersi difendere in modo efficace. Chi è povero, davanti alla giustizia, perde. Chi finisce nel sistema dei servizi sociali e dei tribunali dei minori, diventa povero molto velocemente.
Ecco perchè prima di raccontarvi cosa è successo in questi mesi, chiedo un aiuto economico per la famiglia di Allegra. Serviranno per pagare l’avvocato che ha abbastanza esperienza da porre l’appello alla sentenza del giudice e per tentare di far ritornare a casa Allegra, restituendola alla sua famiglia. Su Facebook è stata pubblicata una raccolta fondi autorizzata che trovate a questo link. Se non fidate di Facebook, inserisco qui l’iban: Iban. IT67R0306967684510349128984 del conto corrente dei genitori di Allegra.
Ve lo dico in modo diretto. Sono soldi che vanno direttamente alla famiglia di Allegra che li userà per pagare l’avvocato. Non è il conto corrente di un’associazione e neppure quello di una istituzione. Se prima di donare volete parlare con la mamma di allegra, chiamate il 3381900487 e passerò il suo contatto. In questo modo, spero, la trasparenza della donazione è salvaguardata e nel contempo è protetta anche l’identità della bambina.
Il primo decreto del giudice nei confronti di Allegra ne prevedeva l’adozione. Nonostante l’assoluzione dei genitori, il decreto dice che, di fatto, non è una cosa cui il giudice dà importanza.
Sarebbe andata così se non avessimo parlato del suo caso, probabilmente, se tanti genitori non avessero discusso della storia di Allegra. Come i casi di Bibbiano insegnano, l’affido etero familiare può avere diverse visioni e scopi. In Italia i bambini italiani da dare in adozione sono pochissimi.
Quindi ci sono coppie che accettano il cosiddetto “rischio legale”, e danno la disponibilità ad essere famiglie affidatarie, cioè famiglie che dovrebbero essere un sostegno (pagato) alla famiglia originaria e facilitare il rientro dei bambini nella famiglia naturale, quando invece hanno in mente ben chiara l’intenzione di sostituirsi ai genitori naturali. Attendono fino a quando il bambino diventa maggiorenne per formalizzarne l’adozione con il suo consenso.
Poi ci sono famiglie, o singoli, o case famiglia che prendono in affido i bambini dietro pagamento. Generosità e solidarietà sociale gratuita non sono di questo settore del “volontariato”.
Il decreto con cui il giudice del tribunale di Milano invia Allegra in Affido Etero familiare dice 2 cose. In un punto rifiuta la possibilità di affidare Allegra agli zii paterni, perchè hanno riconosciuto di non riuscire a dare un confine ai genitori di Allegra (cioè gliela lascerebbero vedere e frequentare tranquillamente) e in un secondo punto rifiutano di affidare Allegra agli zii materni, decritti come persone normali e senza psicopatologie ( la zia è infermiera in ospedale), perchè hanno decritto la vita familiare di Allegra e della sua famiglia come normale e affettuosa e, quindi, gliela lascerebbero frequentare.
Il giudice ha già deciso che l’etero affido sarà così lungo da dover comprendere anche l’adolescenza di Allegra, e lo specifica nelle motivazioni del diniego all’affido agli zii materni. ( stanno per diventare anziani, non potrebbero affrontare l’adolescenza di Allegra)
Il giudice ha scritto nel decreto che pur essendo normali, non vuol lasciar loro la nipotina perchè difendono i genitori. Ecco, in questo caso farò una eccezione, perchè se non lo leggete non ci credete. Dovete proprio leggerlo, cosa scrive il giudice.Vi pubblico la foto di una parte del decreto. Mi scuso per i punti neri, ma ho cancellato qualunque cosa possa portare alla identificazione di Allegra in futuro.
L’affidamento etero familiare è di 2 tipi, consensuale o giudiziario. E’disposto dalla legge 184/83. Deve prevedere il progetto di rientro in famiglia entro 24 mesi. Il suo scopo è quello di far rientrare i bambini nelle famiglie originarie nel più breve tempo possibile. Vi consiglio, per capire a fondo di cosa si tratta, di leggere questo articolo: L’affidamento etero familiare: i contenuti legislativi. Ecco perchè alla mamma e al papà di Allegra servono i soldi per un avvocato per fare ricorso.
Provate a mettere a confronto gli articoli della legge sull’affido etero familiare con quanto ha scritto il giudice sui parenti di Allegra che si sono detti disponibili a prenderla in affidamento. Io non voglio esprimere il mio giudizio umano. Faccio la giornalista, racconto i fatti. Alcune volte con passione, è vero, ma il giudizio tocca ai lettori. Magari vi sarò grata se i lettori scriveranno il loro qua sotto, nei commenti.
Articolo aggiornato il 10/10/2020 21:30