Topi e calabroni. Ecosistema o equilibrio naturale disturbati?
Topi e calabroni belli grossi stanno prendendo il potere a Ossona? Equilibrio naturale ed ecosistema disturbati dalla quarantena? Detto così è esagerato ma è molto forte il dubbio che gli spazi che normalmente sono frequentati e tenuti puliti, ma che non abbiamo utilizzato durante la quarantena da covid 19, siano stati occupati da animali che generalmente stanno lontano dal paese.
Topi, pantegane e il loro ecosistema
Il primo problema legato all’ equilibrio naturale si è verificato fra via Litta Modignani, via Marconi e via Manzoni. Nella zona delle scuole elementari, per intenderci, dove nonostante i tanti interventi effettuati negli ultimi giorni, non si riesce a scovare il nido in cui alcune pantegane allevano i loro numerosi cuccioli.
Probabilmente a causa dei tre mesi in cui siamo rimasti chiusi in casa, questi roditori si sono presi spazi che prima non immaginavano di poter occupare. Alcune volte sono stati avvistati, altre se ne sono trovate le tracce. Però mi segnalano che ogni mattina le esche velenose che sono state disseminate per tentare di risolvere il problema sono trovate mangiate. Significa che i cuccioli nati sono davvero numerosi. Servono consigli e idee sia sul loro nascondiglio sia sul modo di liberarsene.
Le pantegane sono grossi roditori, certe volte davvero grossi, che in molti trovano antipatici, ma in genere vivono lontano dall’abitato. Il loro numero in natura è limitato da numerosi predatori, fra cui ci sono bisce e rapaci. La biscia, specie il biacco, noto divoratore di topi non è, a sua volta, molto simpatico alle persone, nonostante la sua indiscutibile utilità. Però fa parte dell’ equilibrio della natura, dell’ ecosistema e dell’economia della vita in campagna. Se gli uomini non risolvono il problema dei topi, prima o poi arriveranno le bisce che lo risolveranno ristabilendo a modo loro l’ equilibrio naturale.
I calabroni in carne
Non bisogna liberarsi, invece, dei calabroni. Sono animaletti utili all’ ecosistema, limitano la popolazione degli insetti nocivi e aiutano nelle impollinazioni degli alberi da frutta. Non sono particolarmente aggressivi o pericolosi. A meno ovviamente di non mettere le mani nel loro favo, cosa che comunque nessuno fa, o di essere allergici alla loro puntura. In alcune zone di Ossona se ne sono notati alcuni particolarmente in carne, belli cicciotti, e che superano i 5 centimetri di lunghezza. Probabilmente la mancanza di inquinamento da auto di questi mesi e il silenzio ne ha aiutato la salute e così si sono riprodotti meglio e hanno trovato abbondanza di cibo.
Se hanno delle delle strisce nere ben disegnate e definite sono proprio loro, i calabroni comuni, anche se sembrano molto grandi. Quando se ne notano 4 o 5 o anche di più nella stessa zona, significa che il favo è vicino. Se ne si trova uno vicino alle abitazioni è meglio non fare da soli. Vanno avvisati i vigili del fuoco che sanno cosa fare e che hanno le attrezzature per spostare, se è possibile, il favo e portarlo in qualche posto dove non dà fastidio.
Siamo noi che ora abbiamo occhi diversi per l’ equilibrio naturale e l’ ecosistema?
Non è solo la natura che si è ripresa spazi che prima non aveva. La vita veloce che facevamo prima della quarantena da covid 19, che ora si deve considerare conclusa, ci portava a non considerare la natura. In queste settimane, invece, abbiamo avuto il tempo di osservarla. Quando abbiamo cominciato a mettere il naso fuori di casa, abbiamo ricominciato a notare che esiste un ecosistema, che i fiori sbocciano, le erbe che crescono, le foglioline sui rami, gli scoiattoli e i leprottini che circolano nei boschi, i ragni che si arrampicano sui muri e i calabroni che vivono vicino a noi. E, anche, purtroppo che la popolazione dei topi in paese è diventata più numerosa.
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